La piacevolezza di un ambiente luminoso
Al ristorante si accede, attraverso il giardino antistante, scendendo alcuni scalini. E a colpire, non appena di fronte al bancone collocato all’ingresso, è la luminosità delle sale: il colore bianco delle pareti e delle volte, forse anche per contrasto col rosso del pavimento, trasmette un senso di sobria eleganza, che imprime al tutto un tratto di accurata semplicità. L’arredamento mescola rustico e contemporaneo, con una madia che gioca un ruolo significativo nella sala centrale e qualche mobile dal taglio più recente. Le tavole sono apparecchiate con una doppia tovaglia, grigia quella sottostante e bianca quella su cui poggiano piatti, bicchieri e posate. L’atmosfera complessiva risulta rilassata, anche se la rapidità dei tempi del servizio andrebbe forse ripensata. In ogni caso, a fine pasto, nessuno vi manderà via - come ormai purtroppo capita in città - per far spazio al turno successivo.
Dall’appetizer al dolce, una cena che resta
L’appetizer, un Insalata russa servita su un crostino, è sufficiente a far capire che la serata potrebbe rivelarsi di quelle che lasciano la voglia di tornare: le verdure sono di qualità, la loro consistenza ne lascia sentire il gusto, l’untuosità della maionese appare capace di valorizzarle. Decisamente riusciti anche i Fiori di zucca in tempura con salsa gazpacho: leggeri e fragranti i primi, fresca ed estiva la seconda. Il gioco dei gusti però è appena all’inizio e prosegue con la Ruota di Reggiano 24, spaghetto alla chitarra: completata a tavola di fronte al cliente su un apposito carrello, la pasta, mantecata in una mezza forma di Parmigiano, acquisisce una cremosità che si sposa perfettamente col guanciale con cui viene solo da ultimo guarnita. Certo il piatto che ho appena terminato è decisamente sostanzioso, ma come trattenersi di fronte alla Nostra Milanese, una costata di Fassona in crosta di grissini biellesi, la cui ruvida impanatura esalta la morbidezza di una carne il cui sapore raggiunge il suo apice nelle parti più vicina all’osso? Se solo le patate che l’accompagnano fossero un po’ più croccanti, il piatto potrebbe risultare pressoché perfetto. Tra i dolci scelgo le stagionali Pesche ripiene: cotte al punto giusto e ben amalgamate con una farcitura nella quale a spiccare sono il cioccolato e la nocciola. Un buon caffè, accompagnato da tenere ed essenziali Paste di meliga, conclude una cena che, come avevo intuito dal promettente appetizer, continuo a ricordare con piacere.
Se a convincere è un’essenzialità che seduce
La cucina dello chef Luca Picatto e della sua squadra è una cucina capace di convincere: le materie prime sono di qualità, la loro elaborazione punta sull’essenzialità, i sapori emergono in modo netto e le porzioni sono davvero notevoli. E anche la sala, sebbene la serata in cui ho cenato al ristorante La Provincia fosse piuttosto tranquilla sul piano dei numeri, si è dimostrata all’altezza, con personale professionale, gentile e tempestivo nel venire incontro alle richieste degli avventori. La carta dei vini, contenuta ma connotata da una cura analoga a quella della cucina, propone etichette selezionate e capaci, anche nelle proposte a calice, di sostenere efficacemente i piatti scelti dal menu. Per saperne però di più sulle carni alla brace, che dalla Costata di Fassona alla Picanha sono le vere specialità delle locale, dovrete aspettare la prossima volta.
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Tipologia locale: Ristorante
Indirizzo: Via Roma, 10 - Lanzo (TO)
Sito web: www.facebook.com/ristoranteprovincia/?locale=it_IT
Tel: 347.4134133
Prezzo: antipasti (12-15€), primi (13-18€), le carni (18-35€), dessert (7€), coperto e servizio (2€)
Ultima visita: Luglio 2025
Sensazioni al volo: Cucina essenziale e sicura di sé, nella quale giocano un ruolo di primo piano le carni alla brace. Carta dei vini contenuta, ma ben pensata. Servizio, seppur con tempi un po’ troppo veloci, gentile e tempestivo. La “Chitarra” e la “Milanese” valgono il viaggio.