Questa mattina, intorno alle ore 10,50, presso il carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, aggressione ai danni di un agente della Polizia Penitenziaria, il 31° agente ferito dall’inizio dell’anno nel solo carcere di Torino e la 22ª aggressione consumata in tale istituto.
A segnalare l'accaduto, il sindacato OSAPP: "Un detenuto straniero, già sottoposto al regime di sorveglianza particolare di cui all'art. 14-bis O.P., recluso all’11ª sezione del padiglione B, ha attirato a sé l’agente di servizio per poi strattonarlo violentemente, sbatterlo contro il cancello della cella, graffiarlo al collo e tentare addirittura di soffocarlo. Solo grazie alla prontezza di riflessi e alla lucidità dell’operatore è stato evitato l’ennesimo dramma.
L’agente è stato trasportato d’urgenza presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino, dove si trova tuttora ricoverato per le cure del caso."
“La situazione nelle carceri piemontesi e liguri è totalmente fuori controllo. Da Aosta a Sanremo, da Cuneo ad Alessandria Cantiello e Gaeta, da Genova Marassi fino a Ivrea e Vercelli, il sistema penitenziario è totalmente al collasso,” dichiara Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) che aggiunge: "Nel silenzio delle istituzioni e nella oramai comprovata approssimazione dell'Amministrazione penitenziaria, un sindacato come l'OSAPP non può tacere sulle pessine condizioni di lavoro oltre l'umana sopportazione che il personale di Polizia Penitenziaria privo di mezzi, di organici e di tutele, subisce ogni giorno, nonché sulla generale mancanza di sicurezza, di legalità e di risultati nel sistema penitenziario i cui effetti deleteri ricadono anche, minando i requisiti di civile convivenza, sulle nostre città dove i detenuti rientrano a fine pena tutt'altro che socialmente recuperati.".
"Ma nel distretto penitenziario del Piemonte-Liguria-Valle d'Aosta - prosegue il sindacalista - a fronte degli evidenti segni di instabilità organizzativa di carceri, in cui detenuti sottoposti al regime dell'Alta Sicurezza riescono anche ad effettuare anche 30 telefonate al mese (sic!) ed in cui continuano a spadroneggiare, liberi di muoversi, i detenuti più violenti e pericolosi, accade che in luogo del necessario innalzamento dei livelli di attenzione ed allarme, si assista ad un durissimo inasprimento, anche per dissattenzioni irrilevanti, dei procedimenti disciplinari e delle relative sanzioni nei confronti del personale del Corpo e come se la responsabilità di ciò che di grave vi accade sia da attribuire a chi esegue gli ordini e non a chi li emana, spesso senza neanche verificarne la fattibilità."
"Persino è accaduto che mediante il consiglio regionale di disciplina situato nella sede del Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria si sia arrivati a sanzionare il personale per la rivolta del 1° agosto 2024 presso l'istituto penale per Minorenni Ferrante Aporti di Torino, benché gli agenti avessero evitato con coraggio e sprezzo del pericolo una evasione di massa e nonostante che le cause di un evento di periodica ricorrenza fossero palesemente da ricondursi a problemi strutturali e di natura gestionale.
"Rinnoviamo quindi - conclude Beneduci - l'appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante supremo della Costituzione e della Repubblica, ed alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni acchè i problemi dell'insicurezza, dell'instabilità e dell'assenza di legalità nelle carceri, nonché
delle inumane ed inaccettabili condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria siano affrontate con le necessarie serietà e competenza e come fino ad oggi non risulta ancora fatto".