Economia e lavoro - 13 agosto 2025, 14:35

La Germania esce dalla crisi e Torino sorride insieme al Piemonte: il Pil tiene botta

A metà 2025 il dato regionale cresce dello 0,2% e fornisce conforto anche sul fronte del lavoro e del turismo

La Germania esce dalla crisi e Torino sorride insieme al Piemonte: il Pil tiene botta

Una crescita, anche se minima, può essere un barlume di speranza in un periodo così difficile a livello economico e politico. È questo il messaggio di quel +0,2% del Pil del Piemonte che arriva al termine del secondo trimestre del 2025, nonostante le difficoltà di manifattura e automotive di casa nostra, i dazi Usa che ormai sono realtà al 15% e le due guerre in corso ormai in Ucraina e Medio Oriente.

La rilevazione (che sale al +0,3% sul primo trimestre 2025) è effettuata tramite il PilNow del Comitato Torino Finanza presso la Camera di Commercio di Torino. 


Lieve ripresa

Si tratta di valori che, pur modesti, indicano una ripresa rispetto al quasi stallo del primo trimestre (+0,1%) e superano leggermente la dinamica congiunturale nazionale (0,1%), anche se in tendenza restano inferiori alla media italiana (+0,4%) e a quella dell’Unione Europea (+1,4%), che continua a beneficiare della spinta di Spagna (+2,8%) e Francia (+0,7%), mentre la Germania esce dalla recessione con un +0,4%. 

Speranza tedesca

Proprio la fine della recessione tedesca, primo partner commerciale del Piemonte (soprattutto se parliamo di automotive) ha attenuato le pressioni sulla economia piemontese. Tuttavia, gli effetti negativi non sono scomparsi di colpo: le difficoltà recenti hanno comunque pesato sulle esportazioni regionali, calate del 10% verso la Germania. Il Piemonte, che esportava il 40% del proprio PIL, vede ora la propensione all’export scendere al 36%, con un calo da 64 a 59 miliardi di euro delle esportazioni annualizzate. Il settore automotive rimane il più colpito da una domanda che resta debole a livello europeo, mentre gli effetti dei dazi non sono ancora pienamente visibili.  

Il lavoro tiene

Il mercato del lavoro mostra segnali positivi: l’occupazione è in crescita dello 0,6% (anche se si fa i conti con un +1,8% nazionale), trainata dal +7% nel commercio e turismo, +5,3% nelle costruzioni (grazie all’impatto del PNRR) e +1,5% nei servizi, a fronte di un -5,9% nel manifatturiero. La congiuntura migliora con la cassa integrazione dimezzata da 8 a 4 milioni di ore mensili, che equivale a -0,4 punti percentuali di PIL "persi".

Turismo senza confini

Il boom del turismo internazionale persiste (+6,7%, con 1,1 milioni di presenze aggiuntive annualizzate e circa 300 milioni di euro di spesa extra), supportato anche dal +1,2% dei visitatori italiani. Ma questa spinta compensa solo il 10% del calo dell’export manifatturiero (circa 5 miliardi annui). Positivi anche i segnali da energia (+2,5%, superiore al +1,4% nazionale) e trasporti pesanti, che accelerano grazie al turismo e alla logistica.  

Ancora inflazione

L’inflazione rimane un freno, attestandosi all’1,5%, ma con picchi sopra la media per il turismo (+3,8%), servizi per la casa e bollette (+2,8%) e alimentari (+3,4%), che contribuiscono alla stagnazione dei consumi interni in volume (-0,1% stimato).  

Il credito all’economia è stabile, con un +3,7% nel credito al consumo che segnala fiducia negli acquisti, ma anche attenzione alla liquidità, mentre i prestiti alle imprese e famiglie produttrici calano lievemente (-0,8%). 

"Il Piemonte dimostra resilienza, crescendo nonostante le sfide esterne e le incognite riguardanti il settore automotive, accentuate anche dalla recente vendita di Iveco a un operatore straniero – afferma Vladimiro Rambaldi, Presidente del Comitato Torino Finanza - ma deve accelerare il riorientamento delle esportazioni verso mercati europei in espansione. I dati confermano che il turismo e il PNRR sono motori chiave, ma non sufficienti da soli a trainare l’economia regionale. Serve un approccio più aggressivo su innovazione e diversificazione per capitalizzare la fine della recessione tedesca e spingere oltre lo 'zero virgola'”.

Massimiliano Sciullo

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