Cultura e spettacoli - 26 agosto 2025, 07:00

Carlotta Desmann, l'arredatrice di scena sui set di "Le Dèluge" e "Duse": "A Torino il lavoro è artigianale"

Vincitrice del David di Donatello, da vent'anni è nell'industria cinematografica piemontese: "Il mio compito è rendere vivi gli spazi dei set"

Sul set di "Le Dèluge"

Sul set di "Le Dèluge"

“Le Dèluge”, “La legge di Lidia Poët”, “Astrologia per cuori infranti”, “Il conte di Montecristo” sono alcuni dei film cui l’arredatrice di scena Carlotta Desmann ha lavorato negli ultimi anni. L’ultima pellicola a cui ha preso parte è “Duse”, il film di Pietro Marcello sulla vita della grande attrice Eleonora Duse, che dal 27 agosto sarà in concorso a Venezia ’82.

Classe 1983, torinese di nascita, laureata allo IED, Desmann ha iniziato la sua carriera nel 2006 con il film “Nessuna qualità agli eroi” di Paolo Franchi.

“Ho avuto questa opportunità di fare un colloquio con la scenografa Fiorella Cicorini che poi è diventata la mia maestra. Era un mondo a cui non avevo veramente pensato. Ero certa di  volermi occupare di spazi come negozi, mostre, non pensavo al cinema. Alla fine è andata molto bene e da lì non ho mai smesso. Ho fatto tanta gavetta, ma ne è valsa la pena”.

Nel suo curriculum spicca la partecipazione a Le Dèluge di Gianluca Jodice, girato in Piemonte, e che le è valso il David di Donatello nel 2025. Come è stato lavorare a quel progetto? 
“È stata sicuramente una grande emozione perché sapevo che avrei lavorato con grandi professionisti. Mi ha lusingato, ma mi ha anche dato quel peso di dovermi preparare in modo impeccabile. Mi sono messa a studiare tanto per cercare di essere preparatissima. È un film diviso per atti, lui voleva delle inquadrature fisse, ma molto evocative, quindi con una grande ricerca dettagli, abbiamo tolto arredamento piuttosto che aggiungerlo, però dovevamo avere quei pochi pezzi perfetti per quella scena. Ricevere il David di Donatello devo dire è stata un’emozione incredibile, anche perché è un riconoscimento sia mio e sia delle persone che lavorano con noi. Non me l’aspettavo”.

Quando la chiamano per un set, in cosa consiste il suo lavoro? Come si lega alla scenografia? 
“Solitamente è lo scenografo che contatta l'arredatore. È lui che detta lo stile, ma insieme si va a comporre quello che è l’ambiente. Il lavoro dell’arredatore è di andare a far vivere quello spazio”. 

Il suo lavoro lo ritroviamo anche per la terza stagione di Lidia Poët, come è andata questa esperienza?
“Capisco il successo della serie perché è impacchettata molto bene come produzione. È stato divertente, perché come per Le Dèluge, per i film in costume ti devi documentare tanto ed è la parte divertente del nostro lavoro. La terza stagione di Lidia Poët prevedeva location molto più grandi rispetto alle prime due. Ci siamo sbizzarriti, anche perché avevamo tre registi diversi che interpretano gli ambienti che fai in modo differente. Lidia è un prodotto in cui dovevano caricare tanto, è un set molto più pieno rispetto a Le Deluge. Qui era bello giocare con i colori, con questa visione pop, ma anche dark, abbiamo giocato molto con i tessuti, gli arredi. Avremo fatto una sessantina di ambienti, però la soddisfazione è stata tanta”.

Qual è stato il set più difficile?
“Sicuramente uno molto impegnativo è stato quello di Duse perché Venezia è una città complicata logisticamente. Oltre a fare gli arredamenti in un certo modo, era una sfida anche farli arrivare. Anche su Le Dèluge ci sono stati momenti abbastanza intensi perché lavoravamo in residenze storiche. Sono set belli, diversi, con richieste differenti, ma che ti danno soddisfazione”. 

Che cos’è che la appassiona di più del suo lavoro?
“Quando leggi una sceneggiatura e ci sono degli ambienti complicati. Quello a me dà molta esaltazione perché è come una caccia al tesoro per trovare tutto quello che ti serve. La cosa bella di Torino rispetto a Roma è che qui si fa un lavoro più artigianale. Certo c’è qualche fornitore cui sai già che ti puoi rivolgere, ma poi devi andarti a ricamare l’ambiente sull’antiquario o magari un privato che aveva negozi di antiquariato, ogni volta è diverso. Ogni volta ti puoi affidare al fatto ti darà l’unicità degli ambienti”. 

Torino oggi per il cinema come sta andando dal suo punto di vista?
“Io ho iniziato vent’anni fa e devo dire che nel tempo ha formato degli ottimi professionisti, Mi rendo conto che tutte le produzioni sia italiane sia straniere che vengono a girare a Torino si trovano molto bene.Qui trovano delle bellissime location e la città è più facile da vivere, più semplice. Il fatto che in questi vent’anni si siano girati tanti film ha creato delle squadre di professionisti molto ben formate. Chi viene non vedo l’ora di tornare.” 

Quali sono i prossimi progetti e magari un sogno nel cassetto ancora da realizzare?
“Ho in ballo un film di cui ho ancora poche informazioni con lo stesso scenografo di Duse. Quest’anno è stato un anno molto ricco, sono arrivata in alto come sogni. Ripetere un’annata come questa forse potrebbe essere il sogno, ma devo dire che sono molto contenta di come sta andando e delle scelte che ho fatto in questi anni. Se andrò avanti così, avrò molte soddisfazioni. Mi ritengo già fortunata a poter fare questo lavoro e aver lavorato con ottimi scenografi.”

Chiara Gallo

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