Attualità - 01 settembre 2025, 13:52

Dal Pinerolese al Senegal per costruire una rete del riuso e della sostenibilità

L’iniziativa dell’Essemme Studio di Pinerolo, una realtà giovane che punta a creare ponti tra artigiani

Da sinistra Alessandro Marteno, Luca Brunet e Samuele Marteno

Da sinistra Alessandro Marteno, Luca Brunet e Samuele Marteno

Sono stati due settimane in Senegal, per conoscere artigiani locali e creare un ponte con gli italiani, all’insegna del riutilizzo dei tessuti e del riciclo dei ‘materiali’ scarto.
Essemme Studio è una realtà nata circa 3 anni fa a Pinerolo. Non un semplice brand di moda, ma un progetto che mira a raccontare storie con un abito.

A guidarlo sono tre under 30: i fratelli pinerolesi Samuele Marteno, 24 anni, ideatore del brand, e Alessandro Marteno, 25, art director, e il sansecondese Luca Brunet, 26 anni, graphic designer.

Il loro obiettivo è superare la logica del consumo e del fast fashion, ma “senza produrre l’ennesima linea. Vogliamo dare voce a mondi che si incontrano e si mescolano” indica la strada Samuele.

E su questo percorso si innesta il viaggio in Senegal compiuto a maggio: “Eravamo in contatto con Dulu, un artista senegalese che vive a Milano e con cui collaboriamo da tempo. Doveva partire per il Senegal per alcuni progetti creativi, e ci ha chiesto di accompagnarlo, per seguire l'immagine e i capi. Da lì è nato tutto” prosegue Samuele.

Insieme a Dulu e ad altri contatti locali, i ragazzi hanno trascorso due settimane a Dakar e dintorni, con l’obiettivo di incontrare designer africani e immaginare una collezione a più mani. Ma non si è trattato solo di moda: “Abbiamo collaborato con due associazioni locali che lavorano nel campo dell’educazione informale, della formazione e del sostegno a ragazzi in difficoltà”.

Il viaggio è stato finanziato in parte tramite una raccolta fondi, che ha fruttato circa 2.400 euro, “il resto lo abbiamo messo noi” spiega Alessandro. Ma l’esperienza è stata appagante ed è stato un primo mattone di un ponte, che i tre vogliono estendere ad altri paesi per “diventare un punto d’incontro tra designer, culture e visioni. Una piattaforma per chi sogna una moda diversa”.

Miriam Hamdi

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