Cultura e spettacoli - 01 settembre 2025, 16:21

Incetta di premi per la troupe di Ivrea al concorso Piemonte Documenteur Film Festival di Monforte d'Alba

Girato a Rodello dalla troupe Exquisites Corps, composta da Fabio Migliorini, Giulio Angelino e Gregorio Audasso il falso documentario si basa sulla storia dell'artista Dedalo Montali

Tutti nel castello di Novello per difendersi dall’overtourism e portare in salvo le bottiglie superstiti di Nas-cëtta. La figura di Don Flori che rivive in uno spirito di cui, però, nessuno a Treiso vuole parlare. Sulle tracce della “musa” di Rodello che ispirò l’artista Dedalo Montali in un’opera avvolta dal mistero. Il sindaco bambino di Murazzano che torna nella sfida elettorale di quattro candidati tra biglie e pallapugno. Un altro sindaco, a Monforte, con la smania della grandi opere, ma che sogna (forse) troppo in grande. 

E infine una storia, dal sapore fenogliano, che a Roddino riecheggia nei secoli. Quella del bandito Domenico Andriano, di cui un po’ ci si vergogna, ma che col tempo si fa leggenda. Un regista la reinterpreta in una nuova chiave di lettura, tra il goffo e il grottesco. Giudizio impietoso da parte di ‘quelli' di Torino, mentre per il paese l'opera è da standing ovation. E va bene così… 

Sono le storie inventate dai partecipanti al concorso Piemonte Documenteur Film Festival, il festival più bugiardo e creativo d’Europa e dedicato al falso documentario. Sei troupe provenienti da tutta Italia (da Palermo, Napoli, Bologna, ma anche da Ivrea e Alba) per una settimana hanno costruito i loro mokumentary, partendo da storie di paese, in appena 120 ore. 

I paesi coinvolti sono stati Monforte d’Alba, Murazzano, Novello, Roddino, Rodello e Treiso: tutti gli attori che hanno preso parte alle riprese erano residenti nei rispettivi comuni. Nessun professionista, ma tanta voglia di mettersi a disposizione per far prevalere il proprio comune in questa sfida al falso documentario. 

Una giuria tecnica composta da esperti del settore e giornalisti ha decretato i vincitori premiando l’originalità delle storie e la qualità delle produzioni. Il Premio della Giuria, del valore di 3.000 euro, è stato assegnato al mockumentary Bandit, girato a Roddino dalla troupe Tortellini e Caciot, composta da Francesco Contini, Francesco Tinarelli e Giacomo Sassi. Troupe ormai di casa 

Grandi Speranze, ambientato a Monforte e realizzato dal gruppo Bucanieri del Barbera (Bruno Ugioli, Alessandro Garelli, Mattia Capone), si è aggiudicato sia il Premio Distribuzione – che consiste in un contratto gratuito di un anno – sia il Premio Cinema, dal valore di 500 euro. 

A conquistare il Premio della Stampa, del valore di 300 euro, e il Premio ShorTO è stato il mockumentary Eterna musa, girato a Rodello dalla troupe Exquisites Corps, composta da Fabio Migliorini, Giulio Angelino e Gregorio Audasso.

Il Premio Bref - International Short Film Festival è andato invece al corto A Novello c’è un castello, firmato dalla troupe palermitana EPG Studio, con Elettra Ciofalo, Giuliano Visconti e Pierpaolo Arata.

Il Premio "Verità", del valore di 200 euro, è stato attribuito a Lo spirito di Don Flori, corto ambientato a Treiso e realizzato dalla troupe POP SHORT (Gregorio Biancotto, Lorenzo Viberti, Luca Tibaldi).

Infine, il Premio "Utopia", anch’esso del valore di 200 euro, è stato assegnato a Legge numero 80, girato a Murazzano da Salvatori e Matti, ovvero Salvatore Iodice, Matteo Pellegrini e Matteo Tarditi.

Ma i premi non si sono limitati a giudicare il livello, comunque molto alto, delle opere in gara. Spazio anche al giudizio di popolo con l’applausometro fuori scala per chi ha giocato in casa durante le proiezioni del 30 agosto all’interno dell'’Auditorium Horszowski di Monforte.

Qui oltre ai decibel di mani, trombe da stadio, si sono aggiunte le sirene, le campane del campanile e… i fuochi d’artificio. Con il campanilismo non si scherza, ma alla fine vince il fair play. E il premio del pubblico va pari e patta con i, comunque rumorosissimi, vicini di Treiso. Per entranbi una proiezione allo storico cinema Reposi di Torino. E, inoltre, un riconoscimento alle tre "muse" di Rodello per la loro interpretazione da Oscar. 
A ciascuno il suo. Tanti sorrisi e nessuna contestazione.

D'altronde un paese vuol dire non essere soli, scriveva Pavese. Anche nella menzogna, aggiungiamo noi. Arrivederci all’edizione 2026. 

Daniele Caponnetto

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