Economia e lavoro - 03 settembre 2025, 15:12

Ancora una crisi per l'automotive torinese: Algo Group chiude lo stabilimento di Orbassano e licenzia 26 operai

Si salvano solo i 15 impiegati dello staff. Nel 2024 il passaggio di proprietà a Illimity Sgr. In Italia i siti produttivi sono tre

Nuova crisi per l'automotive torinese

Nuova crisi per l'automotive torinese

Ancora una storia senza lieto fine per il mondo dell'industria torinese e in particolare dell'automotive. E' infatti arrivata la decisione da parte di Algo Group di chiudere lo stabilimento di Orbassano, alle porte di Torino. Una scelta che porta al licenziamento di 26 lavoratori su un totale di 41. L'ufficialità è stata comunicata questa mattina dall'azienda alle rsu dello stabilimento.

Maniglie e alzacristalli: nel 2024 il passaggio di proprietà

Il gruppo opera nel settore della componentistica auto aftermarket e produce maniglie e sistemi per alzacristalli elettrici: soltanto un anno fa è stato rilevato dal fondo di investimento Illimity SGR con l'obiettivo di rilanciare la società, che in Italia ha 3 siti produttivi. Ma questo percorso, evidentemente, non è andato a buon fine. A salvarsi dal "taglio" saranno i 15 impiegati di staff.

"La decisione dell'azienda è inaccettabile - commenta Antonio Iofrida, della Uilm di Torino -, chiediamo da subito un incontro all'Unione Industriali con l'obiettivo di rivedere la cessazione di attività e per tutelare l'occupazione in un territorio martoriato dalla crisi dell'automotive".

Vanno via perché manca un produttore sul territorio


Sulla stessa lunghezza d'onda anche la Fiom Cgil, che tramite Mariateresa Gobbato ribadisce come "anche questa volta si vuole far pagare ai lavoratori il costo della crisi dell’automotive. Le aziende pianificano soluzioni in base alle loro esigenze e poi mettono i lavoratori davanti alla decisione di una chiusura aziendale. Algo chiude lo stabilimento a Torino perché non c’è più un produttore d’auto sul territorio. È un problema che come Fiom poniamo da tempo ad enti locali e al Governo. E nell’immobilità generale della classe dirigente, intanto le aziende delocalizzano e chiudono a Torino lasciando una situazione sociale inaccettabile".

Massimiliano Sciullo

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