Attualità - 04 settembre 2025, 07:10

Consumo di suolo, al Piemonte 12 milioni potrebbero non bastare: Torino città peggiore d'Italia

Il capoluogo ha la percentuale più alta di superficie consumata tra le grandi metropoli. Il territorio piemontese tra quelli messi peggio in tutta la penisola

Foto di Gregorio Nuti - tramite Unsplash

Foto di Gregorio Nuti - tramite Unsplash

La Regione ha annunciato 12 milioni di euro da distribuire ai Comuni piemontesi per difendere il suolo, provenienti dal Fondo nazionale per il contrasto al consumo di suolo 2023-2027, istituito dal Ministero dell’Ambiente. Andranno a finanziare opere di rinaturalizzazione di zone degradate, in particolare interventi di de-impermeabilizzazione, coprendo in parte o del tutto i costi di progetti comunali.

Ma basteranno a cambiare il trend in corso? L'obiettivo che si è data l'Italia è azzerare il consumo di suolo entro il 2030, venti anni in anticipo rispetto al traguardo dato dall'Unione Europea. I dati forniti dal monitoraggio del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA) non portano però buone notizie: nel 2022 e 2023, a livello nazionale, sono stati consumati 7200 ettari di suolo e ne sono stati ripristinati soltanto 800. Il ripristino è stato inferiore rispetto sia alla superficie consumata in modo permanente (1300 ha) che a quel suolo che da reversibile è diventato irreversibile, impermeabilizzandosi (1200 ha).

I dati regionali

Guardando al Piemonte, si tratta della quarta Regione in assoluto per superficie di suolo consumato (dati fino al 2023), con 170 mila ettari, pari al 6,72% del totale, poco sotto la media italiana del 7,16%. Rapportato alla popolazione, ogni piemontese "consuma" 402 metri quadri. Nel biennio 2022-2023, l'aumento è stato di 1,30 metri quadri per abitante l'anno. I nuovi ettari consumati sono stati 553, pari allo 0,33% del totale della superficie della Regione. Paragonando il Piemonte alla Lombardia, quest'ultima negli stessi anni ha consumato 728 ettari di suolo, equivalente allo 0,25% della superficie regionale.

Alessandria tra le peggiori d'Italia

A livello provinciale, nel 2023 Alessandria è stata tra le province che hanno consumato di più in tutta Italia dopo Verona, Roma e Cagliari, con un consumo di 165 ettari. Quarto posto anche guardando al comune, con 61 ettari consumati: peggio solo Uta (106 ha), comune alla periferia di Cagliari - Ravenna (89 ha) e Roma (71 ha). Tra le province piemontesi, Torino e Cuneo hanno consumato nel 2022-2023 rispettivamente 109 e 107 ettari di suolo. Nella Città Metropolitana di Torino gli interventi più importanti hanno riguardato alcune opere infrastrutturali come lo svincolo tra la frazione Aré e Caluso, l’ampliamento della SS26 e nuovi insediamenti commerciali nella zona nord di Torino: 2 ettari consumati per il polo commerciale di Torino Stura e 2,5 ettari per il cantiere dell'idropolitana di via Botticelli.

Torino maglia nera tra i capoluoghi

Al 2023 nella provincia Torino risultano consumati 56 mila ettari di suolo, pari all'8,58% della superficie totale. Si tratta della seconda provincia d'Italia, seconda solo a Roma (70 mila ettari). Per fare un confronto: Milano ha 50 mila ettari consumati per una percentuale del 32%, anche se pesano molto l'estensione della provincia e l'assenza di territori montani. Nella provincia di Torino ogni abitante consuma 266 m² di suolo: le altre province hanno valori che orbitano tra i 400 e i 600 m²/ab. Se si considera il Comune, nel 2022/2023 Torino ha aumentato la propria superficie di suolo consumato di 7,5 ettari in più. Il totale ha raggiunto 8500 ettari, pari al 67% del territorio comunale. Questi dati rendono Torino la terza città per valore assoluto dopo Roma e Milano, che hanno però percentuali sul totale minori. Napoli, quarta, ha valori molto simili a Torino (7500 ha e 64%). Torino e Napoli sono infatti i Comuni con la percentuale di consumo maggiore tra i capoluoghi di provincia. Inoltre, i comuni della cintura torinese hanno a loro volta tra le percentuali più alte d'Italia: Beinasco ha il 59% del territorio comunale consumato e Grugliasco il 57%.

I motivi del degrado del suolo

La definizione di degrado del suolo indica la perdita di servizi ecosistemici che un suolo è in grado di offrire. L'indicatore utilizzato dalla Commissione Statistica delle Nazioni Unite studia tre valori: la copertura del suolo, la sua produttività e il contenuto in carbonio organico. A questi vanno aggiunti altri importanti fenomeni di degrado del suolo che non vengono considerati in questo calcolo, quali la salinizzazione, la contaminazione, la compattazione. Al 2019 in Piemonte risulta il 71,3% di suolo definito "stabile" (pari alla media italiana), il 20,6% risulta "degradato" (leggermente sotto la media italiana del 21,2%) e "migliorato" al 4,7% (media italiana del 3,8%). Tra le opere che rendono il suolo degradato in modo permanente ci sono la costruzione di edifici, fabbricati, discariche, grandi infrastrutture e aree impermeabili come piazzali, parcheggi, cortili, campi sportivi. Al contrario, strade sterrate, aree in terra battuta e campo fotovoltaici consumano il suolo in modo reversibile.

L'impatto dei pannelli fotovoltaici

Ultimamente i pannelli fotovoltaici a terra, nonostante l'intento positivo della transizione ecologica verso fonti rinnovabili, rappresentano una causa crescente di consumo di suolo. A Uta (Cagliari), primo comune per nuovo consumo di suolo nel 2023, gran parte è stato causato dalla costruzione di pannelli fotovoltaici. Nella provincia di Biella i pannelli sono stati la voce più alta dei 18 nuovi ettari consumati nel 2023. Il nuovo impianto fotovoltaico flottante di Venaus (TO) è un esempio di intervento che si distingue come soluzione alternativa: i pannelli appoggiano infatti sullo specchio d’acqua di un grande bacino di servizio della centrale idroelettrica, fornendo energia green senza consumare suolo. Il settore peggiore rimane comunque la logistica, che nel 2023 ha ricoperto altri 504 ettari in tutta Italia. Il Piemonte risulta la seconda Regione per incremento causato dalla logistica, con 91 nuovi ettari di suolo consumato, dietro soltanto all'Emilia Romagna.

Francesco Capuano

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