Foto e video rubati di donne senza consenso, commenti sessisti lasciati da utenti anonimi, ma spesso anche da chi condivide con te letto e figli. La violenza digitale ha colpito con forza quest'estate donne comuni.
32mila iscritti a "Mia moglie"
È questa la storia del gruppo Facebook “Mia moglie”, attivo dal 2019 e che contava 32 mila iscritti, dove gli uomini postavano le foto intime delle loro compagne a loro insaputa.
Sgomento di migliaia di donne
Ora la pagina è stata chiusa, ma resta lo sgomento di migliaia di donne che hanno visto condividere, senza consenso, i loro scatti privati. Una situazione che l'artista Andrea Villa ha privato a sovvertire con “Mio marito”, una serie di manifesti affido in Torino che ribalta lo sguardo patriarcale alla base di spazi come il gruppo “Mia moglie”.
In questo lavoro i protagonisti diventano loro: i mariti, esposti sulla pubblica piazza senza autorizzazione, con volti e contesti leggermente alterati. "L’opera - spiega Villa - mette in discussione il concetto di possesso e il doppio standard sociale, ricordando il caso della maestra licenziata per la sua attività su OnlyFans: mentre le donne vengono punite e stigmatizzate, gli uomini raramente subiscono conseguenze".
"Atto di resistenza"
Sui poster si vedono uomini in costume da bagno o boxer, a petto nudo, con il volto oscurato o tagliato. "“Mio marito” diventa così un atto di resistenza e di riequilibrio simbolico" conclude Villa. I manifesti sono stati affissi in lungo Dora Siena 108 e corso Regina Margherita 50.