Sanità - 06 settembre 2025, 07:30

All'università di Torino si scopre la chiave della memoria: il segreto è tutto in una proteina

La scoperta pubblicata sulla rivista internazionale Cell Reports. Lo studio mostra anche nuove chiavi di lettura nei disturbi dello spettro autistico

Foto tramite Unsplash

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Una scoperta tutta torinese getta nuova luce su come funziona il cervello e su alcuni disturbi neurocognitivi: un team di ricerca dell’Università di Torino ha individuato il ruolo centrale di una proteina finora poco conosciuta, chiamata SKT, nella formazione delle sinapsi e nei meccanismi che regolano l’apprendimento e la memoria.

Il risultato, guidato dalla professoressa Paola Defilippi con il supporto dei gruppi di Ilaria Bertocchi e Andrea Marcantoni, è stato appena pubblicato sulla rivista internazionale Cell Reports. Lo studio mostra che SKT è fondamentale per il corretto sviluppo delle spine dendritiche — minuscole strutture che permettono ai neuroni di comunicare tra loro. Senza SKT, le sinapsi restano immature e disfunzionali, con gravi ripercussioni sulla capacità del cervello di elaborare informazioni e adattarsi: la cosiddetta plasticità cerebrale.

Nei modelli sperimentali privi di questa proteina, i ricercatori hanno osservato deficit di memoria e comportamenti compatibili con disturbi dello spettro autistico. Già in passato studi genetici avevano suggerito un possibile legame tra SKT e funzioni cognitive, ma ora lo studio torinese fornisce una prova concreta del suo ruolo molecolare.

Non solo: la ricerca ha anche rivelato che SKT interagisce con due proteine ben note nel campo della neurobiologia, PSD-95 e SHANK3, già implicate nei meccanismi dell’autismo. Un passo avanti importante per capire meglio i processi alla base delle funzioni cerebrali e delle loro disfunzioni.

“Abbiamo individuato un nuovo tassello essenziale per capire come funzionano le sinapsi e come si alterano in diverse patologie -  dichiara la Prof.ssa Defilippi - Questo lavoro getta le basi per esplorare nuove strategie diagnostiche e terapeutiche nei disturbi cognitivi e del neurosviluppo”.

Redazione

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