Economia e lavoro - 19 settembre 2025, 07:00

Claudio Sensi, dal Sud alla guida di un pensiero nazionale sulla logistica

Claudio Sensi, dal Sud alla guida di un pensiero nazionale sulla logistica

Può un imprenditore nato all’ombra del Vesuvio diventare voce di riferimento per un intero settore nazionale? La risposta, guardando la traiettoria di Claudio Sensi, è sì. La sua storia dimostra che le radici locali non limitano l’orizzonte, lo ampliano.

Figlio di un dirigente che decise di lasciare la carriera aziendale per fondare un’impresa di autotrasporto, Claudio Sensi ha vissuto sin dall’adolescenza la realtà della logistica come un destino familiare e come un banco di prova personale. Non un settore scelto a tavolino, ma un’eredità quotidiana fatta di veicoli, magazzini, rischi concreti e responsabilità costanti. Mentre i coetanei inseguivano carriere “leggere”, lui imparava a convivere con la sostanza del lavoro industriale.

Torino, Milano, Genova, Napoli: ogni città portuale o snodo stradale rappresentava un pezzo di quel mosaico che avrebbe formato la sua visione. Ma è dal Sud che Sensi ha portato con sé la lezione più radicale: l’impresa non è un esercizio di stile, è una lotta continua con i vincoli del contesto. Eppure, da quella condizione di difficoltà è nato un pensiero che oggi parla a tutto il Paese.

Al centro di questo pensiero c’è la logistica, settore spesso relegato al ruolo di infrastruttura invisibile. Eppure, chi conosce davvero la materia sa che la logistica è l’ossatura dell’economia, la catena silenziosa che tiene insieme produzione e consumo. Sensi ha avuto il merito di rompere questa invisibilità, portando al centro del dibattito pubblico la sicurezza, la responsabilità e il karma dell’impresa.

Il concetto non è astratto. La logistica si misura in rischi reali: merci pericolose, trasporti ADR, normative severe, incidenti da prevenire. Ma dietro il linguaggio tecnico c’è una visione culturale. “Non possiamo ridurre la sicurezza a una check-list,” afferma Sensi. “È una cultura che deve impregnare ogni decisione.” È un messaggio che, partendo dal settore trasporti, tocca tutte le imprese italiane.

La frattura concettuale avviene quando si passa dal locale al nazionale. Chi pensa che il Sud possa offrire solo retroguardia industriale non ha compreso il potenziale che nasce proprio dalle difficoltà. Perché è nell’attrito che si sviluppano nuove soluzioni, ed è nel confronto con i limiti che emerge la resilienza. Claudio Sensi incarna questa dialettica: radici meridionali e proiezione nazionale, esperienza concreta e riflessione etica.

Il riferimento culturale è inevitabile. Antonio Gramsci, parlando della “questione meridionale”, denunciava l’assenza di una voce autonoma del Sud nello sviluppo del Paese. Sensi, con un linguaggio diverso, colma proprio quel vuoto: non da politico, ma da imprenditore. Non con la retorica della rivendicazione, ma con l’autorevolezza della competenza. Mostra che il Mezzogiorno non è zavorra, ma laboratorio di resilienza.

Il lettore, a questo punto, dovrebbe porsi una domanda: perché proprio un imprenditore della logistica diventa oggi figura di riferimento nazionale? La risposta è semplice. Perché la logistica è il settore che più di ogni altro incarna l’interdipendenza. Nessun prodotto arriva al consumatore senza passare attraverso camion, magazzini, porti, ferrovie. In un mondo che vive di globalizzazione, chi governa la logistica governa i flussi vitali dell’economia.

Ed è proprio qui che entra in gioco il concetto di karma dell’impresa. Ogni scelta nella filiera logistica ha conseguenze che si propagano ben oltre l’azienda. Un incidente non riguarda solo il vettore, ma il territorio, le istituzioni, i cittadini. Trascurare la sicurezza equivale a tradire un patto collettivo. Al contrario, costruire una cultura della responsabilità significa generare fiducia e legittimazione.

Claudio Sensi ha trasformato questa consapevolezza in un manifesto personale e professionale. Non si limita a gestire un’azienda, ma propone una visione che intreccia impresa, etica e società. Un modello che nasce dal locale e diventa paradigma nazionale.

Alla fine, resta l’immagine di un uomo che non dimentica le proprie origini. Dal Vesuvio ai porti del Nord, dalla logistica di famiglia al dibattito nazionale, Claudio Sensi rappresenta il passaggio da imprenditore a voce culturale. È la prova che la geografia non limita, se accompagnata dalla visione. E che la logistica, da settore invisibile, può diventare il luogo in cui si ridefinisce il senso stesso di responsabilità imprenditoriale.

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