"Torino non è la città dell’auto, piuttosto quella dello smog e della cassa integrazione". Questo il messaggio che alcuni attivisti per il clima hanno lanciato questa sera dal ponte della Gran Madre, in occasione del Salone dell'Auto che torna dal 26 al 28 settembre in piazza Castello e piazzetta Reale.
I cartelli
Un evento che per Fridays For Future punta a trasformare il capoluogo "in una vetrina per le automobili di lusso ultimo modello". Tra i cartelli affissi sul ponte troviamo frasi come "Supercar non puoi permettertela, ma devi respirarla", “Fabbriche vuote e strade intasate” o ancora "Lusso per pochi, smog per tutti".
Tra i problemi denunciati dagli ambientalisti l'inquinamento atmosferico di Torino, che ogni anno causa "900 morti premature. La Regione non sta facendo quasi nulla per opporsi a questa tragedia silenziosa".
Preoccupazione per Mirafiori
C'è preoccupazione poi per Mirafiori, dove in queste settimane sarà rinnovata la cassa integrazione per 2.300 lavoratori, con 600 licenziamenti. "Molte istanze - spiegano - sono condivise con i sindacati dei metalmeccanici, per chiedere un rilancio di Torino attraverso un piano industriale serio, che non dipenda dai capricci di Stellantis".
Gaza
"Nel contesto in cui ci troviamo, non si possono poi ignorare i legami con il genocidio in corso a Gaza: aziende come Hyundai sono direttamente coinvolte nella demolizione sistematica delle case dei palestinesi" aggiungono gli attivisti, che hanno chiesto al Comune di Torino di fermare il Salone dell'Auto.
Un'azione simbolica, in vista dell’appuntamento venerdì in piazza Carignano e sabato in piazza San Giovanni per protestare contro il Salone dell'Auto.