Presso la sede della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, nella splendida cornice di Palazzo Chiablese, si è svolta la cerimonia di restituzione del corpus di oltre 250 reperti archeologici di provenienza apula, umbra, etrusca, messapica e romana provenienti da una privata abitazione torinese.
Si tratta di un eccezionale risultato frutto da una parte di un lavoro di sinergia e coordinamento tra le istituzioni coinvolte (Carabinieri TPC, Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, Avvocatura Distrettuale dello Stato di Torino e Tribunale di Torino) ma anche della fattiva collaborazione da parte del privato.
I reperti erano stati oggetto di sequestro nel lontano 1991, nell’ambito di una più ampia attività investigativa inerente scavi clandestini in Toscana. Durante le successive fasi dell’indagine, però, per la scomparsa del detentore, il processo si era chiuso con estinzione del reato per morte del reo. Nel 2024, gli eredi dell’uomo, che risultavano ancora custodi giudiziari dei reperti, hanno contattato la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino la quale ha, a sua volta, attivato sia il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino che l’Avvocatura distrettuale dello Stato.
Immediata è stata la ricostruzione sia dei passaggi giuridici che dello stato dei reperti, risultati regolarmente presenti nell’abitazione ed in buono stato di conservazione. Quello che era evidente è che, in ogni caso, i reperti fossero ancora sotto sequestro, nonostante fossero passati oltre trenta anni. A quel punto le interlocuzioni tra gli enti coinvolti ed i privati, consci della provenienza dei reperti, ha portato alla soluzione forse più semplice ma meno scontata.
Gli eredi, infatti, hanno deciso di consegnare spontaneamente allo Stato i reperti detenuti, senza nulla a pretendere e rinunciando a qualunque futura azione giudiziaria di rivendica. È ormai infatti granitica la giurisprudenza che assegna ab origine la proprietà dei reperti archeologici provenienti dal sottosuolo allo Stato salvo, che, il privato non possa provarne la lecita provenienza antecedente al 1909, anno della prima legge italiana in materia di tutela del patrimonio archeologico.
Invece, la soluzione transattiva, cui il Tribunale di Torino ha dato il suo benestare accogliendo la richiesta di dissequestro e confisca effettuata dal Nucleo TPC di Torino (basata anche sull’atto di transazione tra il privato e la Soprintendenza) ha probabilmente reso il migliore servizio allo Stato ed alla cittadinanza che potrà presto fruire del patrimonio recuperato.
Si tratta di 254 reperti archeologici di provenienza apula, umbra, etrusca, messapica e romana (oggetti fittili a vernice nera e rossa, kylix, kantharos, anfore, lekythos e unguentari, utensili e oggetti votivi in metallo, statuette, antefisse e sculture in terracotta e bronzo) alla cerimonia di riconsegna hanno preso parte il Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, Arch. Corrado Azzollini, il Comandante del Gruppo CC TPC di Monza, Ten. Col. Giuseppe Marseglia e l’Avvocato Tiziana Pisani, dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Torino.









