Il nuovo piano socio sanitario del Piemonte è slittato al 2026 e per le associazioni di categoria questa può essere un'occasione per discutere ancora di alcuni punti. Anaste, Fenascop, Legacoop e Anffas - tre delle principali associazioni in ambito socio sanitario e assistenziale per anziani e persone con disabilità e problemi psichiatrici - sono state ricevute in commissione sanità del consiglio comunale per proseguire il percorso di dibattito e costruzione del piano socio sanitario a fianco della Regione.
Lo studio della Bocconi come punto di partenza
Il punto di partenza delle loro richieste è lo studio effettuato dalla Bocconi di Milano, finanziato dalla stessa Regione Piemonte, che in primavera aveva rivelato le principali criticità del sistema sanitario piemontese. "Al presidente Cirio - ha spiegato il presidente di Anaste Piemonte Michele Assandri - abbiamo detto che se mettesse a punto i 13 punti emersi dal dossier noi chiederemmo solo il 10% del risparmio così ottenuto. Ci vuole capacità organizzativa che metta mano a queste azioni correttive, che non ci sono soldi è solo un alibi".
Alcuni dei principali problemi emersi sono la frammentazione della rete territoriale, con molti punti di erogazione di piccole dimensioni; l'alta spesa per farmaci e dispositivi rispetto alle altre regioni; le Asl sottodimensionate; i tassi di ospedalizzazione troppo alti per codici verdi e azzurri; il basso tasso di coordinamento tra le aziende del settore. Tutto questo porta a una cattiva ottimizzazione delle spese per la sanità, che va a coprire servizi superflui, male organizzati e dispersivi.
Le problematiche emerse
Il piano socio sanitario è ancora in costruzione ma, per quello che è emerso, le associazioni di categoria criticano la mancanza di programmazione, soprattutto per quanto riguarda le risorse, che non possono essere trovate soltanto dall'ottimizzazione delle spese. "Questo piano lascia ampio spazio all'assenza di definizione delle risorse reperite per finanziare questo nuovo sistema integrato - hanno commentato Barbara Daniele di Legacoop Piemonte - Si parla solo di ottimizzazione della spesa, che può portare a risparmi, ma non lascia spazio a importanti investimenti delle aziende. Non c'è un cronoprogramma".
Jacopo Rosatelli, assessore comunale alle politiche sociali e al coordinamento con le Aziende Sanitarie, ha commentato positivamente lo slittamento del piano sociosanitario regionale, che consente maggiori approfondimenti e riflessioni sia con le realtà locali come i comuni sia con le rappresentanze sociali. "Il piano sociosanitario ha una cornice di principi condivisibili - ha dichiarato - ma quando si tratta di capire come questo deve accadere evidentemente iniziano i dolori".
Continueranno le audizioni
Il presidente della commissione consiliare sulla sanità, Vincenzo Camarda, ha spiegato che continuerà il lavoro di audizione delle realtà coinvolte nella scrittura del piano socio sanitario, a partire dalle principali sigle sindacali per proseguire con l'assessore regionale ai servizi sociali Maurizio Marrone.
"Accolgo con piacere la notizia che, all'indomani della commissione sanità con ospite Riboldi, l'assessore ha dato ufficiale nota della proroga del piano sociosanitario, per tenere conto dei diversi aspetti emersi. Oggi è emerso chiaramente dalle principali realtà cooperative che queste istanze sono oggettive. Il lavoro portato avanti dalla Città e dalla commissione è di presa in carico delle proposte e continuerà in questa direzione con le prossime audizioni".