Preoccupazioni, dubbi e tante domande. E' quanto emerso ieri sera nei saloni della parrocchia Nostra Signora della Salute in via Vibò 26, dove si è discusso ancora una volta del futuro del poliambulatorio di via del Ridotto, presidio sanitario fondamentale per i residenti di Borgo Vittoria.
Durante l’assemblea pubblica organizzata dalla Cgil Torino numerosi cittadini, comitati e rappresentanti istituzionali hanno espresso timori riguardo la chiusura della struttura e il conseguente spostamento dei servizi sanitari verso altre sedi.
Un presidio storico in bilico
"Sono dieci anni che periodicamente si parla dell’addio dell’Asl al quartiere" ha ricordato, in apertura, Giovanni Scolaro, presidente dell’associazione Via Chiesa della Salute e promotore di una petizione su Change.Org che sta toccando le 900 firme. "A inizio settembre abbiamo scoperto, da uno striscione affisso all’esterno del poliambulatorio, che gli appartamenti di via del Ridotto, attualmente in locazione all’Asl, erano stati messi in vendita. Il contratto d’affitto scade il 31 marzo 2026 e, nel frattempo, nessuno ha informato i cittadini".
La struttura, ha aggiunto Scolaro, costa all’Azienda sanitaria circa 192mila euro l’anno tra affitto (135mila) e utenze (57mila).
Le preoccupazioni dei comitati
Secondo Eleonora Artesio, ex assessora alla Sanità e oggi alla guida del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure, la chiusura rientrerebbe in un disegno più ampio:
"Il piano di dismissione dei contratti di locazione è previsto dal Piano socio-sanitario regionale. Le strutture, come via del Ridotto o via Le Chiuse, verranno accorpate alle nuove Case di Comunità (hub). Ma temiamo che lo spostamento dei servizi diventi un vero percorso a ostacoli per molti cittadini".
Trasporti e accessibilità
Via del Ridotto, oggi, garantisce un servizio di prossimità con sette linee di trasporto pubblico che ne facilitano l’accesso (dal 10 al 52 passando per i mezzi che gravitano attorno a Baldissera), a differenza di via Cigna o del poliambulatorio Marco Antonetto, raggiungibili solo da una o due linee. Il tema della mobilità, non certo un fattore secondario soprattutto per la terza età, è stato sottolineato anche da Sandra Basaglia, segretaria SPI-CGIL Torino: "In un quartiere con così tanti anziani, i trasporti rappresentano un problema tanto quanto la chiusura degli ambulatori. Ogni anno in via del Ridotto si eseguono circa 10mila prelievi: un servizio che non può essere cancellato senza alternative concrete".
La posizione della CGIL
Per Elena Palumbo, segretaria CGIL Torino, "le due ipotesi di trasferimento - verso la Casa di Comunità ex Marco Antonetto o in largo Cigna - sono entrambe inadeguate. La prima è troppo distante, la seconda non è ancora pronta: i lavori devono (dovrebbero) concludersi entro giugno 2026". La CGIL chiede che "resti almeno un presidio ambulatoriale per i prelievi, per evitare che i cittadini debbano rivolgersi al privato". Preoccupazione sul rispetto dei tempi da parte di Luciano Perno, responsabile sanità FP-CGIL. "Le strutture cominciano a deteriorarsi e stiamo cercando un’alternativa a via Cigna, che non è detto che sia pronta entro i tempi previsti".
"Decisioni sbagliate"
Dal fronte politico, il consigliere comunale Pd Simone Tosto ha criticato la mancanza di analisi preliminari. "Non si può prendere una decisione così impattante senza valutare i dati demografici. I servizi di prossimità vanno rafforzati, non tagliati. Non trattiamo la sanità solo come una questione economica". Mentre la consigliera regionale Nadia Conticelli ha annunciato la presentazione di una nuova interrogazione all’assessore regionale alla Sanità. "Chiederò quali saranno le prospettive per via del Ridotto e come si intende rafforzare il servizio territoriale. Non si può chiudere un presidio prima di averne aperto un altro. La Circoscrizione 5, su questo tema, è stata troppo silente".
Anche via Le Chiuse
Un problema che come sappiamo non tocca solo il quartiere della 5 ma anche la 4 con via Le Chiuse, dove le firme raccolte sono 1.600. "Ringrazio tutti i cittadini che hanno voluto accendere una luce sul presidio sanitario di via Le Chiuse - così il presidente della Circoscrizione 4, Alberto Re -. L'apertura della Casa di Comunità in via Pacchiotti, che torna ad erogare servizi e prestazioni nel cuore del quartiere Parella, non può giustificare il trasferimento da via Le Chiuse di servizi essenziali quali il Cup e il centro prelievi. La Circoscrizione aveva già espresso questa preoccupazione, con atti di indirizzo che chiedevano all'Asl e alla Regione Piemonte di trovare risorse economiche e personale al fine di mantenere un doppio presidio sanitario, garantendo quindi anche in via Le Chiuse gli stessi servizi che saranno erogati in via Pacchiotti. Non si può pensare di lasciare scoperto un quartiere come San Donato, fortemente urbanizzato e che oggi conta circa 45.000 residenti tra cui moltissimi anziani e fragili".
Secondo Re il risultato non sarà certo dei migliori. "In pochi avranno tempo, mezzi e risorse per andare in via Pacchiotti nella nuova Casa di Comunità - continua -, mentre chi potrà permetterselo andrà a ricercare i servizi mancanti nei poliambulatori privati. I più fragili resteranno fuori da questo circuito, andando ad intasare con tutta probabilità il già affollato Pronto Soccorso del Maria Vittoria".
"A fianco dei cittadini"
“Siamo al fianco dei cittadini e delle cittadine che hanno raccolto oltre 1600 firme per evitare la chiusura dei servizi presenti nel Poliambulatorio di Via Le Chiuse in San Donato. La futura Casa della Comunità di via Pacchiotti, distante oltre 2,5 km, non può essere un’alternativa a via Le Chiuse, soprattutto per servizi come il CUP e il centro prelievi e il rischio è ancora una volta quello di favorire la sanità privata e al contempo di lasciare senza accesso ai servizi chi è più povere o fragile, come le persone anziane o con disabilità. La distribuzione delle Case della Comunità a Torino è ben distante dal rapporto di una ogni 40-50.000 abitanti previsto dalla normativa, così si lasciano le persone senza servizi”, hanno dichiarato Sara Diena, capogruppo in comune di SE, e Simone Baglivo, capogruppo di SE in IV circoscrizione.
"Il Comune sta dimostrando grande responsabilità nell’essersi messo a disposizione per cercare spazi utili a non lasciare Borgo Vittoria senza servizi, sopperendo alle carenze di programmazione della Regione - aggiunge Alice Ravinale, capogruppo AVS in Consiglio Regionale - Ricordiamo che sulle Case della Comunità il Piemonte è maglia nera nazionale: su 96 strutture in programma, meno di un terzo ha aperto (31) ma solo 5 hanno attivato i servizi e solo una è dotata di tutto il dovuto personale medico e infermieristico".