Due interpellanze, una promessa e un giardino che da modello è diventato emblema del degrado. È la storia del giardino Nicola Grosa, l'area verde tra corso Vittorio Emanuele II e via Cavalli al centro di un acceso dibattito in Consiglio comunale dopo le segnalazioni di Pierlucio Firrao (Movimento Civico), Elena Maccanti (Lega) e - solo la settimana scorsa - di Dorotea Castiglione (Movimento 5 Stelle).
La convenzione che funziona
L’assessore al Verde Francesco Tresso ha ricostruito la vicenda: nel 2013 la Città ha stipulato una convenzione con Intesa Sanpaolo, che si è impegnata a sostenere a proprie spese la manutenzione ordinaria del giardino per due anni dal collaudo, avvenuto il 30 settembre 2016. La banca ha proseguito comunque i lavori fino al 2020, beneficiando di uno sconto sul canone Cosap.
Con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento sul Canone patrimoniale, quella possibilità è venuta meno. Così, dal 2021, la gestione è tornata alla Città, che negli ultimi anni ha garantito interventi di base: sfalci del verde, sostituzione di giochi danneggiati, ripristino pavimentazioni, per una spesa di 4.700 euro nel 2025 e 2.700 nel 2024.
La palla torna ai privati
Intesa Sanpaolo - ha precisato Tresso - ha recentemente manifestato la volontà di riprendere la manutenzione del giardino. “La Città è favorevole - ha spiegato l’assessore-, e stiamo predisponendo una nuova convenzione che avrà una durata pluriennale a partire dal 2026, in modo da garantire decoro, sicurezza e una chiara divisione di competenze tra pubblico e privato”.
Nel frattempo, la gestione resta in capo alla Divisione Verde e alla Circoscrizione 3, che si occuperanno del mantenimento di arredi, verde verticale e ulteriori tagli d’erba entro l’autunno.
Degrado e sicurezza
Nonostante gli interventi, il giardino versa in condizioni critiche. La presenza di senza fissa dimora, tende da campeggio, deiezioni e rifiuti ha peggiorato la situazione igienica, con segnalazioni di infestazioni di ratti.
Amiat, su autorizzazione comunale, ha effettuato diversi cicli di derattizzazione da marzo a ottobre 2025, con trattamenti quindicinali e “extra” settimanali su un’area di 24mila metri quadrati. La Polizia Locale, inoltre, ha intensificato i controlli: due interventi a settimana, identificazioni dei bivaccanti, sanzioni per cani senza guinzaglio e per l’uso improprio del verde da parte di un chiosco, multato per occupazione abusiva e danneggiamento del prato.
Le reazioni
Critico Firrao, che ha definito il Grosa “la dimostrazione che quando la manutenzione è affidata a un privato, l’area verde diventa un piccolo gioiello. Appena torna al Comune, si trasforma in uno spazio invivibile: accampamenti, giochi rotti e perfino topi. Lasciare scadere la convenzione è stato un errore di superficialità”.
Sulla stessa linea Maccanti (Lega): “Era un giardino bellissimo e molto frequentato. Ma quest’estate le condizioni erano allarmanti, soprattutto per la presenza dei ratti. Finché se n’è occupata Intesa Sanpaolo andava tutto bene, quando è subentrato il Comune sono iniziati i problemi. Bene che si torni ai privati, ma serve farlo presto”.