Cronaca - 23 ottobre 2025, 07:28

Fumo, erba e coca: sgominato sodalizio della droga tra Mirafiori e cintura sud

Emesse cinque misure cautelari. I carichi arrivavano dalla Spagna con spedizioni internazionali regolari. Poi trasportati in mezzi con doppi fondi

Un’organizzazione ben radicata tra Torino e il suo hinterland, con ramificazioni in mezza Italia, è finita nel mirino della Polizia di Stato: cinque le misure cautelari eseguite nelle scorse ore, tra carcere e domiciliari, su disposizione del Gip del Tribunale di Torino. Gli indagati — tre cittadini marocchini e due italiani — sono accusati di essere al centro di un traffico su larga scala di cocaina, hashish e marijuana.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Torino guidata da Giovanni Bombardieri e portate avanti dalla Squadra Mobile, hanno fatto emergere un sistema ben organizzato con base logistica tra Mirafiori e i comuni del sud della cintura torinese. I carichi di droga arrivavano dalla Spagna attraverso spedizioni internazionali apparentemente regolari, affidate a corrieri ignari del contenuto. Una volta in Italia, lo stupefacente veniva trasportato in auto e furgoni dotati di doppi fondi per sfuggire ai controlli.

L’inchiesta, supportata dal Servizio Centrale Operativo e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, ha portato finora a dieci arresti in flagranza e al sequestro di circa due tonnellate di hashish, 50 chili di marijuana, oltre un chilo di cocaina e una pistola con matricola abrasa. Un colpo duro a un giro d’affari milionario con diramazioni in Lombardia, Toscana, Campania e Lazio.

Nel corso delle perquisizioni la Polizia ha arrestato in flagranza altri due cittadini marocchini. I due sono stati sorpresi in un appartamento nel quartiere San Paolo, dimora di uno degli indagati, con 200 grammi di cocaina e 30 grammi di crack.

Un ritrovamento che ha confermato le attività illecite già nel mirino degli investigatori per un vasto traffico di stupefacenti. L’indagine, coordinata dalla Procura di Torino e condotta dalla Squadra Mobile, ha ricostruito ruoli, metodi e logistica della rete criminale, elementi che hanno portato il Gip a emettere i provvedimenti restrittivi.

Redazione

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