Con un ordine del giorno del primo firmatario, il presidente Davide Nicco, approvato all'unanimità, il Consiglio regionale chiede al Governo italiano di attivarsi e farsi carico con urgenza della liberazione di Alberto Trentini, cittadino italiano arrestato dalle autorità venezuelane nel novembre 2024, e di tutti i connazionali detenuti o scomparsi in Venezuela per motivi politici.
“Le ragioni dell'arresto di Trentini non sono note: è considerato un detenuto politico. Dopo un anno di detenzione il Piemonte – ha dichiarato il Presidente Nicco – non può più restare indifferente di fronte a casi che mettono in discussione i diritti fondamentali della persona. La nostra Assemblea, che con la legge regionale del 2020 ha istituito il Comitato per i diritti umani e civili, è da sempre impegnata a difendere la libertà, la giustizia e la dignità di ogni individuo. Per questo abbiamo voluto far sentire, insieme a tutti i componenti del Comitato dei Diritti Umani, la voce del Piemonte a sostegno di chi oggi è privato ingiustamente della libertà”.
L’ordine del giorno richiama la grave situazione dei diritti umani in Venezuela, dove – oltre ad Alberto Trentini – risultano detenuti altri cittadini italo-venezuelani, tra cui Gerardo Coticchia Guerra, Daniel Enrique Echenagucia Vallenilla, Americo De Grazia, Juan Carlos Marruffo Capozzi, Perkins Rocha e Biagio Pilieri, e dove non si hanno più notizie del connazionale Hugo Marino, scomparso nel 2019: la loro sola colpa quella di opporsi al regime venzuelano di Nicolas Maduro.
Il documento inoltre vuole che il Comitato diritti umani e civili del Consiglio regionale prosegua "le attività di informazione e sensibilizzazione, mantenendo viva l’attenzione della comunità piemontese su queste vicende e manifestando vicinanza e solidarietà alle famiglie dei detenuti”.
“Ogni gesto di solidarietà, ogni parola di attenzione può contribuire a rompere il silenzio e a riaccendere la speranza – ha concluso Nicco –. È un dovere morale e civile che ci unisce tutti, al di là delle appartenenze politiche, in nome della libertà e dei diritti umani universali”.





