Piazza Nizza, quartiere San Salvario. Ogni mattina i passanti lo vedono lì, accampato sul marciapiede della filiale Intesa Sanpaolo. Una coperta, qualche sacchetto, un materasso. Di certo non passa inosservato, vuoi anche per la presenza della fermata della metro Nizza. È diventato, suo malgrado, il volto visibile di un disagio che si sta estendendo in tutta la città: quello dei senza fissa dimora.
Presenza fissa
Una presenza stabile che divide l’opinione pubblica, ma che racconta una realtà molto più complessa. “Non riguarda solo San Salvario – spiega la consigliera della Circoscrizione 8 Claretta Marchi (FdI) -, ma tutti i quartieri di Torino. È un dramma sociale che si è aggravato negli ultimi anni”.
Secondo Marchi, la popolazione dei senzatetto è “estremamente variegata”: accanto a chi vive per strada per dipendenze o fragilità psichiche, ci sono persone sfruttate da reti criminali dedite all’accattonaggio e, sempre più spesso, uomini che hanno perso tutto dopo una separazione.
L’emergere dei “padri separati”
“Stiamo assistendo a un aumento preoccupante di padri separati finiti in strada”, sottolinea Marchi. “Uomini che hanno perso la casa lasciata alla ex moglie e ai figli, poi anche il lavoro. Tra loro ci sono laureati, professionisti, artigiani. È un nuovo volto della povertà”.
Per questi casi, la Regione Piemonte – tramite l’Assessorato alle Politiche Sociali e Sanitarie – ha avviato un confronto con il terzo settore per costruire percorsi di reinserimento e soluzioni abitative sicure. “Servono luoghi dove poter vivere con dignità e programmi di riqualificazione professionale – aggiunge la consigliera – altrimenti continueremo a vedere tende e giacigli sotto le vetrine delle banche”.
Intanto, davanti alla filiale di piazza Nizza, quel clochard continua a dormire ogni notte. Un uomo solo, ma anche il simbolo di una crisi che non conosce quartieri.






