Una nuvola da bere sta spopolando ad Artissima. Si tratta dell’opera dell’artista giapponese Aki Inomana, all’interno di Anonymous art project, progetto che si pone come obiettivo quello di promuovere l’arte giapponese emergente.
Nello stand allestito all’Oval, l’artista ha allestito un vero e proprio laboratorio in cui stampa nuvolette di latte in 3d all’interno di un bicchiere d’acqua che i visitatori (dopo aver firmato una liberatoria) possono bere.
L’idea le è venuta durante il Covid vedendo tutti i giorni lo stesso cielo si è accorta che l’unica cosa a non cambiare mai davvero è il tempo. Obiettivo dell’opera è quella di dare a tutti la possibilità di gustare letteralmente una nuvola, non solo di godersela a livello estetico.
La ricetta? Un segreto. Aki Inomana ci ha infatti messo tre anni per capire la formula giusta che consentisse alla nuvola di resistere per due o tre ore.

Le opere più curiose
Tra le altre opere più curiose che troverete in fiera quella di Carolina Cordero “America do Sal” che gioca con il nome del continente America del Sud, realizzata con un intricata rete di tela. Gli intrecci sono comuni a tre diverse popolazioni del sud del Brasile e l’opera si pone come metafora della connessione tra culture diverse.

L’opera “Armen” dell’artista di origine armene Andrius Arutiunian (Galleria Eastacontemporary), utilizza invece un materiale come il petrolio per parlare di questioni politiche e di sfruttamento delle risorse con un’installazione che unisce due sculture giganti di ventilatori coperte dal liquame attraverso le quali si sente in loop la canzone pop di Britney Spears, Toxic.

Anche Ilaria Vinci (Galleria Amati) con le sue torte che celebrano i compleanni dei corpi celesti invitando il pubblico a cambiare la prospettiva antropocentrica preferendo quella ambientale. Lo fa usando quello che ci accomuna come esseri viventi: la nascita.

I palloncini "Dulce et decorum est" di Itamar Gov (Galleria Zilberman) pongono l’accento sulla nostra percezione della realtà: quelli che ci sembrano giochi senza pensieri, passatempi per bambini, se li guardiamo bene sono bombe, aeroplani da guerra, incendi. Un invito a una maggiore consapevolezza di sé.

Lo stesso inganno della realtà è affrontato anche da Guendalina Urbani (Benappi) nell’opera “Ladri di Sogni”. Un solo show in cui l’artista allestisce una gabbia che sembra invalicabile ma le cui sbarre se le si toccano sono morbide e quindi possono essere piegate. La realtà spesso non è come sembra.

Un airbag gigante che si sgonfia e si rigonfia con un sospiro è l’opera “SFB2” di Rose Easton (Galleria Louis Morloe). Il pallone che ricorda in tutto e per tutto un airbag nell’atto di sgonfiarsi produce un suono simile a un sospiro. Di sollievo? Di rassegnazione? Entrambi. L’artista davanti al collasso delle verità contemporanee, si sente rimosso dalla gravità e si lascia cadere fisicamente e il quel momento ha bisogno di una struttura di comfort che attutisca la caduta.














