"Nel giorno in cui si sono svolte le audizioni dei sindacati inquilini di CGIL, CISL e UIL e delle assemblee dei sindaci dell’ATC Piemonte sud e del Piemonte centrale, in merito al Ddl Marrone sull’utilizzo alternativo degli alloggi di edilizia sociale, sorgono molte perplessità". Così Monica Canalis, consigliera regionale Pd.
La prima riguarda la possibilità, non esclusa nel testo, che gli alloggi popolari, di proprietà ATC o comunale, siano dati in gestione a soggetti con scopo di lucro, tra l’altro senza specificare cosa significhi che applicheranno “canoni sostenibili”.
La seconda riguarda la possibilità di esternalizzare la gestione anche degli alloggi disponibili per l’assegnazione. Se questi alloggi sono assegnabili e non necessitano di manutenzione, assegniamoli alle decine di migliaia di persone in lista d’attesa invece di darli a soggetti terzi!
La terza riguarda la possibilità di far ristrutturare gli alloggi popolari ai ministeri per poi darli ai trasfertisti, insegnanti, poliziotti e militari che vengono in Piemonte e faticano a trovare alloggio. Siamo sicuri che queste figure opteranno per un alloggio popolare, per quanto ristrutturato?
Infine, lascia perplessi l’eccessiva discrezionalità concessa agli enti proprietari, che proporranno progetti molto eterogenei, con destinatari molto diversi, generando disparità e rischi di pratiche discutibili.
In un quadro drammatico, con migliaia di famiglie in lista d’attesa per un alloggio popolare e altrettante famiglie sfrattate o a rischio sfratto per morosità incolpevole, il disegno di legge Marrone non risponde adeguatamente a questa emergenza, ma si limita a proporre un utilizzo alternativo degli alloggi di edilizia popolare, senza fornire garanzie contro speculazioni e usi distorti.
Crediamo che debba essere assicurato che gli enti coinvolti operino esclusivamente per finalità pubbliche e sociali, con divieto di utilizzo a fini speculativi o di profitto privato, che siano introdotti meccanismi efficaci di prevenzione di corruzione, favoritismi e infiltrazioni, attraverso controlli e verifiche eventualmente indipendenti, e che siano introdotti obblighi di rendicontazione, pubblicità e tracciabilità dei proventi, per rendere evidente che le risorse siano destinate integralmente alla manutenzione e al recupero del patrimonio abitativo pubblico.
Solo così potremo arginare l’inesauribile spinta privatizzatrice di questa Giunta, che abbiamo già visto in materia di sanità, affidi di minori, gioco d’azzardo patologico, non autosufficienza e formazione professionale.
Cirio & c. affidano ai privati le politiche pubbliche, con aperture eccessivamente liberistiche.
Non vorremmo trovarci 5.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica (tanti sono oggi in Piemonte gli alloggi ERP non assegnabili per carenze manutentive) affidati a grandi fondi immobiliari con scopo di lucro.





