Nella seduta pomeridiana, presieduta dal presidente Luigi Icardi alla presenza dell’assessore Federico Riboldi, sono stati auditi i rappresentanti delle associazioni sindacali e di categoria.
Per le associazioni sindacali sono intervenuti Enrica Valfrè e Massimo Esposto per la Cgil, Francesco Lo Grasso e Lorenzino Cestari per la Uil, Aldo Roncarolo per la Cisl, che hanno sottolineato la necessità di costituire il nuovo Piano sociosanitario “che sia calato nella realtà regionale, sia frutto del contributo di tutti i soggetti interessati e abbia finanziamenti adeguati per essere in grado di soddisfare le richieste per impiegare il personale ed erogare i servizi necessari al diritto alla salute dei cittadini”.
Chiara Rivetti per Anaao-Assomed e Savino Santovito per Cimo-Fesmed hanno sottolineato rispettivamente la necessità di una “fotografia epidemiologica dei problemi sanitari del Piemonte e di una programmazione e distribuzione dei posti letto” e “di valorizzare il lavoro dei medici e del personale sanitario per porre rimedio alla fuga da reparti quali, per esempio, i Pronto soccorso”.
Alberta Pasquero, presidente della Commissione Sanità e scienza della vita di Confindustria Piemonte ha sostenuto la “necessaria collaborazione tra pubblico e privato per superare pregiudizi che non ci possiamo più permettere di mantenere”, mentre il presidente di Aiop Piemonte Giancarlo Perla, intervenuto con il consigliere Paolo Berno, ha sostenuto “l’importanza di avere un occhio attento non solo verso Torino ma anche verso le periferie per rilanciare la Sanità piemontese e la sua offerta ospedaliera”.
I presidenti di Aris Piemonte Marco Salza e suor Albina Bertone di Agidae hanno auspicato “soluzioni condivise che abbiano come priorità i bisogni e le necessità dei più fragili”, mentre il presidente di Federfarma Piemonte Andrea Colombo ha lamentato che “le farmacie, il cui ruolo, capillarità e offerta di servizi sul territorio cresce nel tempo, non sembra avere un ruolo significativo all’interno del Piano”.
Amedeo Prevete di Uneba, Michele Colaci di Confapi, Michele Assandri di Anaste e Gabriele Gilardi dell’Associazione cuneese Case di riposo hanno sottolineato l’importanza del ruolo delle Rsa “emerso in tutta la sua evidenza nei giorni della pandemia e con il progressivo invecchiamento della popolazione”. Realtà – ha notato Gilardi – da tutelare per non rischiare di chiudere interi paesi di vallata e di montagna: un patrimonio che potrebbe essere trasformato in una sorta di centro servizi al posto degli Ospedali sia per la parte assistenziale sia per quella sanitaria”.
Sara Cassin di Fenascop e Anna Graglia del Coordinamento pensionati delle Associazioni dei lavoratori autonomi del commercio, artigianato e agricoltura del Piemonte – infine – hanno sottolineato rispettivamente “la necessità di potenziare i servizi per la salute mentale dei giovani” e “l’importanza di mettere in campo ogni sforzo per riequilibrare la forbice della possibilità di curarsi tra ricchi e poveri”. 
Sono intervenute, per richiesta di spiegazioni, Monica Canalis (Pd) e Alice Ravinale (Avs).
Anche la seduta mattutina, presieduta da Icardi con la partecipazione del vicepresidente Daniele Valle, è proseguita la serie di audizioni dei portatori di interesse per la valutazione del nuovo Piano sanitario regionale.
Al centro degli interventi, l’accesso inclusivo ai servizi sanitari e sociosanitari e l’attenzione alle fragilità: disabilità, anziani, salute mentale - con particolare riferimento alla neuropsichiatria infantile - e dipendenze.
Maurizio Serpetino, vicepresidente di Confcooperative Federsolidarietà Piemonte, ha evidenziato il ruolo delle cooperative sociali nella gestione dei servizi, chiedendo maggiore attenzione al tema dell’inclusione.
Barbara Daniele (Legacoop Piemonte) ha segnalato le difficoltà legate alla lungodegenza e alla riabilitazione, sottolineando l’assenza di certezze per il settore e la carenza di operatori sanitari.
Giuseppe D’Anna, presidente di Agci Piemonte, ha parlato di un “ritardo di trent’anni” da parte della Regione e di una forte mancanza di risorse.
È intervenuto anche Vittorio Marabotto, segretario regionale di Uecoop.
Sabrina Altavilla, presidente dei Fisioterapisti del Piemonte e della Valle d’Aosta, ha chiesto di declinare la riabilitazione in modo più specifico, distinguendo tra acuzie e cronicità e valorizzando il concetto di recupero precoce, ambito in cui il Piano offre margini di sviluppo.
Sabrina Testa, vicepresidente dell’Ordine degli Assistenti sociali del Piemonte e Valle d’Aosta, ha ricordato come i servizi sociali intervengano quando la malattia incide sui bisogni dei cittadini, ribadendo che le politiche sanitarie non possono essere disgiunte da quelle sociali.
Sono intervenuti per delucidazioni i consiglieri Canalis (Pd), Silvio Magliano (Lista Cirio), Giulia Marro e Ravinale (Avs).
Hanno poi preso la parola alcuni rappresentanti delle associazioni del dono: Fabio Arossa, vicepresidente Aido Piemonte, Luca Vanelli, presidente Avis regionale Piemonte, Dante Cola, vicepresidente Fondazione Admo Piemonte e Alberto Garabello, consigliere coordinamento regionale Fidas. Da parte di tutti è stata indicata la necessità di investire in campagne informative verso i cittadini, con il fondamentale supporto delle istituzioni, sensibilizzando in particolare i giovani, a partire dalle scuole, anche perché è stato evidenziato un problema in termini di avvicendamento generazionale fra i donatori. Un aspetto particolarmente urgente secondo Admo, in quanto l’iscrizione al registro nazionale dei potenziali donatori di cellule staminali da midollo osseo può avvenire solo nella fascia di età fra 18 e 35 anni. E in Italia i donatori sono ancora pochi: nel 78% dei trapianti di cellule staminali da midollo osseo da donatore non familiare il trapianto avviene grazie a un donatore estero.
Avis ha inoltre auspicato uniformità nelle linee guida per i servizi trasfusionali nelle diverse province della regione e una maggiore collaborazione di tutti per migliorare il rapporto con i servizi trasfusionali.
A chiedere precisazioni e porre domande sono intervenuti i consiglieri Gianna Pentenero, Canalis, Domenico Rossi (Pd) e Davide Zappalà (Fdi).





