“Pedalare in piazza Baldissera o al parco del Valentino, oggi, è impossibile”. Parte da questa constatazione la denuncia di un gruppo di associazioni ambientaliste e di mobilità sostenibile che puntano il dito contro la mancanza di percorsi sicuri per ciclisti e pedoni nei cantieri cittadini.
Nel mirino finiscono in particolare piazza Baldissera e il tratto del parco del Valentino tra corso Dante e corso Raffaello, dove - spiegano - “la realizzazione delle aree di cantiere ha completamente dimenticato chi si muove in bicicletta o a piedi”.
A firmare l’appello sono numerose realtà torinesi: Fiab Torino Bike Pride, FIAB Bici & Dintorni, Fridays For Future, Legambiente, Pro Natura, Toroller Collective, insieme a diversi circoli e comitati civici.
“Manca ogni infrastruttura temporanea per la sicurezza”
Le associazioni denunciano una situazione ricorrente: ogni nuovo cantiere stradale - sia esso per lavori pubblici, rifacimento facciate o interventi nel sottosuolo - finisce per interrompere piste ciclabili e marciapiedi senza prevedere percorsi alternativi sicuri e segnalati. “Ogni volta che aprono un nuovo cantiere - scrivono -, chi pedala si chiede: si saranno ricordati di me?”.
Tra i problemi più frequenti, vengono segnalati: piste ciclabili interrotte senza deviazioni protette, obbligo di spingere la bici a mano su tratti di carreggiata condivisi con auto e bus, segnaletica insufficiente o confusa, marciapiedi bloccati e percorsi pedonali cancellati o deviati su strade trafficate.
Una situazione che, denunciano i firmatari, “mette a rischio la sicurezza e la salute pubblica”, soprattutto in aree di forte passaggio come via Principe Amedeo o corso Vittorio Emanuele II.
“Servono controlli e regole rispettate”
Le associazioni chiedono al Comune di Torino un cambio di approccio nella gestione dei cantieri. Tra le richieste: verificare già in fase di progettazione che i lavori includano percorsi pedonali e ciclabili temporanei, sicuri e protetti, garantire il rispetto dell’articolo 64 del Regolamento edilizio comunale, che obbliga a salvaguardare l’incolumità pubblica e la continuità dei percorsi, potenziare i controlli della Polizia Locale e prevedere sanzioni per i cantieri non conformi e aprire un tavolo di confronto con la Consulta della Mobilità Ciclistica per definire linee guida condivise e una migliore comunicazione preventiva ai cittadini.
“Non è un disagio, ma una violazione di sicurezza”
“Questa non è solo una questione di disagio - sottolineano i promotori -, ma di sicurezza. Quando le piste si interrompono o i marciapiedi vengono chiusi, le persone sono costrette a camminare o pedalare in mezzo alle auto. È inaccettabile”. La richiesta, dunque, è chiara: cantieri più attenti, città più sicura e accessibile per tutti, anche durante i lavori.









