Nel pomeriggio, il Consiglio comunale ha approvato una mozione riguardante l’ipotesi dell’introduzione di corsi prematrimoniali laici nel Comune di Torino. Nel dettaglio, il documento presentato dalla vicepresidente Ludovica Cioria (PD), impegna l’Amministrazione ad istituire questi corsi ispirandosi al progetto già avviato da qualche tempo a Milano, con l’obiettivo di garantire alle coppie che scelgono il matrimonio o l'unione civile, gli strumenti necessari per affrontare consapevolmente una vita di coppia quanto più armoniosa possibile.
Per attivare questi corsi, si dovrà approfittare della collaborazione di professionisti qualificati, esperti in dinamiche familiari, per garantire un percorso che sviluppi le varie tematiche proprie della convivenza matrimoniale e, nello stesso tempo, promuovere campagne informative e iniziative adeguate, per sensibilizzare la cittadinanza sull'importanza della preparazione al matrimonio.
Un ultimo punto dell’impegnativa chiede, inoltre, di monitorare e valutare l'efficacia dei corsi attraverso la valutazione delle coppie che vi avranno partecipato, per consentire di apportare eventuali miglioramenti e adattamenti alle esigenze emergenti.
Nel presentare il documento, Cioria ha ricordato come, negli ultimi anni, il nostro Paese abbia registrato una crescita significativa dei matrimoni con rito civile che, secondo i dati forniti dall’ISTAT, nel 2023, sono stati il 58,9% dei 184.207 matrimoni celebrati, ai quali si devono aggiungere 3.019 unioni civili.
Nello stesso anno in Piemonte, sul totale dei 12.754 matrimoni, 9.280 (il 72,8%) sono stati celebrati con rito civile mentre, in base alla rilevazione della divisione Servizi civici del Comune, nel 2024 a Torino sono stati celebrati 1.536 riti civili (1.075 matrimoni e 99 unioni), il 76,4% sul totale delle unioni.
Ad oggi, la maggioranza dei corsi prematrimoniali è appannaggio di enti religiosi. Approvando questa mozione, ha sottolineato ancora la vicepresidente, si provvede a garantire percorsi formativi per tutti, indipendentemente dalla fede o dall’orientamento.
A Torino nascerà un Museo dell’Immigrazione
Facendo tesoro della storia di accoglienza che ha sempre contraddistinto la città e valorizzando il patrimonio storico, artistico e culturale presente, Torino istituisca il Museo dell’Immigrazione. È quanto chiede l’ordine del giorno (prima firmataria: Caterina Greco - PD), approvato dal Consiglio Comunale di Torino (con 26 voti favorevoli, 1 astenuto) nella seduta del 17 novembre 2025.
Le cittadine e i cittadini di origine straniera a Torino sono il 16,63% (143.279 persone) – ha detto in aula la proponente – e il Museo può rappresentare un punto di incontro tra culture diverse, coinvolgendo le varie comunità straniere presenti, e può inoltre inserirsi nel dossier di candidatura per la Capitale europea della Cultura 2033.
Il documento impegna sindaco e Giunta Comunale ad avviare il percorso per l'istituzione di un Museo dell’Immigrazione quale luogo fisico per radicare la storia dell’immigrazione a Torino, costituendo come primo atto un Tavolo di ricerca sul tema a cui partecipino, oltre agli Uffici dell'Assessorato alla Cultura, i rappresentanti dell'Archivio Storico della Città di Torino, del Centro Interculturale della Città di Torino, della Rete Porta delle Culture e delle eventuali altre associazioni culturali attive sul territorio cittadino che possano contribuire alla realizzazione dell'obiettivo.
Esistono già 35mila schede che potrebbero costituire il primo nucleo del nuovo Museo – ha aggiunto Lorenza Patriarca (PD), che ha presentato un emendamento al testo, poi approvato dalla Sala Rossa, e ha ribadito che Torino è sempre stata molto accogliente e che non bisogna perdere memoria di quanto le migrazioni abbiano contribuito allo sviluppo della città, favorendo così anche la coesione.





