Ultim'ora - 19 novembre 2025, 09:52

Enrico Ruggeri: "Cantanti di oggi tutte brave ma senza spessore"

Enrico Ruggeri: "Cantanti di oggi tutte brave ma senza spessore"

(Adnkronos) - Le cantanti di oggi? "Sono tutte brave. Manca la personalità. Spessore zero". Firmato, Enrico Ruggeri. Il 68enne artista milanese si esprime in una lunga intervista al Corriere della Sera, in cui affronta una serie di temi tra musica e attualità. 

Di Medio Oriente e Palestina "ne ho scritto prima che diventasse una moda, prima che la bandiera palestinese finisse su poster e magliette come la faccia di Che Guevara. Prima che fosse un hype per giovani cantanti che fanno pezzi sul mojito e poi si scoprono democratiche", dice. 

"Il problema -spiega Ruggeri- non è la voce, sono tutte brave. Manca la personalità. Spessore zero". E senza fare nomi, scandisce: "Non mi voglio avventurare. Ma posso dire che Françoise Hardy non ha mai fatto vedere neanche un gomito ed era infinitamente sexy".  

Nel colloquio c'è spazio anche per un aneddoto su 'Quello che le donne non dicono', che il 68enne artista milanese scrisse per Fiorella Mannoia e che diventò uno dei più grandi successi dell'artista e della musica italiana. La Mannoia "era molto più rock all’inizio, non conosceva mezzi termini. Si è raffinata dopo", dice Ruggeri. E sul finale della canzone, rivela che inizialmente doveva essere 'Ti diremo ancora un altro... sì', ma si è trasformato in 'un altro...no'. "Un errore", scandisce il cantante, perché "questa è una canzone sulle speranze disattese. Le donne parlano ai loro uomini: non sei più come all’inizio del nostro amore, torna a essere com’eri e ti diremo ancora un altro sì. L’incertezza è già nel testo". Il motivo? "Mi sembra una forzatura dettata dalla cultura woke".  

Enrico Ruggeri parla anche di quella che per lui è stata la più grande delusione. "Dopo aver contestato profondamente tutta la narrazione sul Covid sono stato messo in cantina per tre anni, senza mai affacciarmi in tv", dice senza mezzi termini. Da cosa dissentiva? "Dal pensiero dominante che ci portò ad esibire un green pass anche per andare a lavorare, peggio del ventennio fascista dove forse senza tessera qualcosa riuscivi a fare". 

 

 

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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