È allarme desertificazione commerciale anche in Piemonte. Tra il 2012 e il 2024, se a livello nazionale più di 140mila attività al dettaglio hanno cessato l’attività, nella nostra regione sono sparite oltre 13 mila imprese del commercio tra negozi e ambulanti e 594 imprese dei servizi di ristorazione (ristoranti e bar), con cali particolarmente accentuati nei centri storici e nei piccoli comuni. Nei soli otto comuni capoluogo di provincia hanno chiuso, negli ultimi 12 anni, oltre 3.200 esercizi al dettaglio in sede fissa (-25,35%), insieme a 1.772 bar (-26,65%), mentre sono aumentati i ristoranti (+723 unità, pari al +21,31%) e i servizi di alloggio (+122 unità, pari al 30,50%).
Piemonte terzo per negozi sfitti
Il Piemonte, inoltre, è al terzo posto in Italia per numero di negozi sfitti. Se nella Penisola si stimano per il 2025 circa 105 mila negozi sfitti, un quarto dei quali inutilizzati da oltre un anno, l’analisi dei dati fatta dall’Ufficio Studi di Confcommercio mostra che le Regioni più colpite, in valore assoluto, sono quelle con la struttura commerciale più estesa: quasi 9.500 negozi vuoti in Lombardia, oltre 9.100 in Veneto e poco meno di 9.000 in Piemonte. Se invece si considera il peso dei locali sfitti rispetto al totale della rete distributiva, nella nostra regione ad oggi quasi un quinto dei negozi (19,3%) risulta non utilizzato.
Altro dato allarmante è quello della densità commerciale (calcolata come numero di imprese attive del commercio al dettaglio, in sede fissa e ambulante, ogni mille abitanti), che sta diminuendo rapidamente. In assenza di politiche di rigenerazione urbana adeguate, tra 10 anni la densità commerciale in Piemonte calerà del 26%. Una riduzione che rischia di accelerare processi di spopolamento e degrado sociale.
Un trend che, senza interventi efficaci, è destinato ad aggravarsi ulteriormente con il rischio di perdere, da qui al 2035, altre 114mila imprese al dettaglio in tutta Italia. Una situazione che richiede misure urgenti e che Confcommercio affronterà in questi giorni a Bologna con l’iniziativa “inCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono” per affrontare il problema e lanciare proposte per la rinascita dei centri urbani, con la partecipazione di una qualificata delegazione di Ascom piemontesi.
"Problema economico e anche sociale"
Secondo Giuliano Viglione, Presidente di Confcommercio Piemonte, “la desertificazione dei negozi è un problema economico, sociale e di coesione: ogni saracinesca abbassata significa meno sicurezza, meno servizi, meno attrattività e meno socialità nelle nostre città. E senza efficaci e tempestivi interventi di rigenerazione urbana, entro il 2035 rischiamo di avere delle vere e proprie città fantasma”.
Per scongiurare questa prospettiva, “è necessario sostenere il commercio di prossimità con una programmazione innovativa della rete distributiva, accesso al credito più facile e meno costoso e misure specifiche per affrontare la transizione economica".
Contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale è uno degli obiettivi del progetto CITIES di Confcommercio nazionale, cui hanno aderito anche le Ascom Confcommercio piemontesi. " Il progetto Cities di Confcommercio è una risposta concreta che ha proprio l’obiettivo di promuovere progetti per rigenerare le aree in declino, favorire un uso equilibrato dello spazio urbano e valorizzare il ruolo delle economie di prossimità – dice Viglione - Solo così sarà possibile garantire una maggiore qualità per i residenti e una migliore offerta per i turisti".
“Il fenomeno della desertificazione commerciale – sottolinea Viglione - va contrastato a livello regionale con una strategia articolata e supportata da risorse economiche continuative e adeguate, a partire dalle misure di politica attiva, quali ad esempio i distretti urbani e i distretti diffusi del commercio, da una urgente riforma della normativa commerciale e urbanistico-commerciale risalente al lontano 1999, oltre che dalla prosecuzione di politiche di sviluppo turistico che rendano sempre più attrattivo il territorio piemontese”.
Le proposte di Confcommercio
Nel percorso verso la definizione di una Agenda Urbana Nazionale, sul modello delle esperienze già avviate in altri Paesi europei, Confcommercio Piemonte propone che i diversi livelli di governo – nazionale, regionale e locale – collaborino alla creazione di un quadro stabile, coerente e abilitante per la valorizzazione delle economie di prossimità e delle imprese del terziario di mercato.
Occorre garantire un coordinamento stabile delle politiche urbane e territoriali, promuovendo linee guida condivise e l’integrazione dei diversi programmi e fondi europei e nazionali (PNRR, Fondi di Coesione, URBACT, ecc.) in una strategia unitaria dedicata alla rigenerazione urbana e al rafforzamento delle economie locali. A livello regionale, è fondamentale proseguire l’esperienza dei Distretti del Commercio, oltre che – come già evidenziato – rivendere con urgenza la normativa commerciale ed urbanistico-commerciale, regolamentare le piattaforme della logistica a servizio dell’e-commerce, sostenere specifici programmi di innovazione tecnologica nelle imprese, utilizzando anche le risorse della programmazione europea tramite misure dedicate alle imprese del commercio e del turismo.
A livello comunale, si propone la redazione di Programmi Pluriennali per l’Economia di Prossimità, strumenti integrati per coordinare le diverse azioni di contrasto alla desertificazione commerciale. Tra le misure più efficaci: patti locali per la riattivazione dei locali sfitti, con canoni calmierati e incentivi coordinati tra pubblico e privato; azioni per una logistica urbana sostenibile e integrata nei sistemi digitali; piattaforme di welfare territoriale che permettano alle imprese di erogare crediti spendibili nei negozi e servizi di prossimità; partenariati tra imprese del terziario di mercato e operatori immobiliari, per integrare nei nuovi interventi di rigenerazione urbana spazi destinati ai servizi di quartiere e alla vita comunitaria.





