Attualità - 20 novembre 2025, 14:44

Il bilancio che parla chiaro: dieci anni di “Pop” per una economia più trasparente

Il professor Paolo Biancone: “Strumento nato per semplificare il linguaggio economico, ora è pronto a diventare obbligo di legge”

Il bilancio che parla chiaro: dieci anni di “Pop” per un economia più trasparente

Il bilancio che parla chiaro: dieci anni di “Pop” per un economia più trasparente

Un bilancio che si faccia capire, che coinvolga e che possa educare anche i non addetti ai lavori. È il Bilancio Pop. Da dieci anni ha cambiato il modo di raccontare l’economia pubblica e privata in Italia. E il primo esperimento europeo, dopo che era partito negli States, è nato sotto la Mole. Proprio la Città di Torino nel 2014–2015 fu la prima realtà italiana a dotarsi di una rendicontazione facilmente accessibile e consultabile anche da chi, per deformazione, non mastica l'"economichese".

Oltre Torino

A un decennio da quel primo passo molte realtà, anche al di fuori dei perimetri nazionali, si sono rivolti a Unito, per realizzare il proprio bilancio.

Come la Regione Piemonte che dal 2020 redige le sue finanze rendendole facilmente fruibili attraverso infografiche, tabelle e illustrazioni.

Ma cosa rende “pop” un bilancio?

"Significa accessibile, chiaro, vicino alle esigenze dei cittadini", spiega Paolo Biancone, professore ordinario di Economia Aziendale. Il Bilancio Pop non è solo un documento: è uno strumento pensato per rispondere ai bisogni informativi degli stakeholder, sfruttando anche l’intelligenza artificiale per analizzare il sentiment dei lettori. I dati economici vengono tradotti in un linguaggio comprensibile, mantenendo rigore tecnico e aderenza ai principi contabili internazionali, ma superando la barriera della complessità.

Seimila studenti coinvolti 

In dieci anni, il Bilancio POP non è solo cresciuto come strumento di trasparenza per enti pubblici e privati, ma si è trasformato anche in un laboratorio formativo e accademico. Sono infatti 12 gli insegnamenti universitari che hanno affrontato il tema della rendicontazione partecipata, coinvolgendo oltre 6.000 studenti e producendo più di 800 project work dedicati alla costruzione di bilanci accessibili e comprensibili.

L’esperienza ha generato un filone di ricerca riconosciuto a livello internazionale, che esplora concetti avanzati come lo smart accounting, la trasparenza digitale, la dialogic accounting e l’uso dell’intelligenza artificiale nella governance. L’analisi scientifica della rendicontazione pubblica a livello globale mostra come l’approccio italiano del Bilancio POP rappresenti oggi una delle linee di studio più attuali e innovative nella comunicazione economico-gestionale.

57 accordi con Unito

Tra i casi più emblematici c’è il Comune di Basiglio, premiato dal Consiglio d’Europa nel 2022 con l’ELoGE (European Label of Governance Excellence) per la buona governance, e l’Università di Torino, prima università italiana a introdurlo nelle proprie politiche di Ateneo. Ma l’esperienza forse più innovativa è quella dell’Istituto Sommeiller di Torino, che ha realizzato il suo Bilancio POP con il supporto scientifico dell’Ateneo torinese e lo ha candidato all’Oscar di Bilancio 2025. C'è poi il progetto della città spagnola di Almeria che vede Unito in prima linea.

Attualmente sono 57 gli accordi in essere con comuni, scuole, fondazioni, ordini professionali e imprese, mobilitando complessivamente 818mila euro, di cui 415mila nell’ambito dell’innovazione digitale della PA.

Obiettivo: renderlo obbligatorio

E dopo dieci anni quali sono le prossime sfide? 

"Il sogno nel cassetto - sostiene Biancone - è quello che il Bilancio Pop diventi un obbligo di trasparenza per gli enti pubblici. Lo stiamo provando a portare a una livello più alto attraverso un dialogo con il Ministero per la Pubblica Amministrazione".

Daniele Caponnetto

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