Economia e lavoro - 20 novembre 2025, 08:00

Il welfare è un investimento strategico per l’azienda, mai un costo: il caso Brovind

L'azienda copre interamente la retta dell’asilo nido comunale per i figli dei dipendenti e garantisce attenzione costante all’equilibrio vita-lavoro, offrendo flessibilità a chi ha bambini piccoli o esigenze familiari

Le aziende che crescono davvero non si limitano a distribuire fringe benefit, ma scelgono d’investire ogni giorno nelle persone, segnando una linea di demarcazione netta fra chi vede il welfare come un capitolo di spesa da limare e chi lo considera un asset strategico, capace di incidere sulla produttività, sulla stabilità interna e perfino sulla vitalità di un territorio.

Il rapporto “Il Roi del benessere” pubblicato da Wellhub lo conferma: dei 2.000 responsabili HR intervistati, il 99% ritiene che i programmi di wellbeing abbiano aumentato la produttività dei dipendenti; il 91% ha registrato un taglio dei costi sanitari, mentre l’89% una riduzione dei giorni di malattia e dell’assenteismo. Oltre la metà dei responsabili dichiara inoltre un ritorno economico immediato: 2 euro per ogni euro investito nel benessere del personale.

Il welfare non è mai un costo, ma un investimento: un’azienda che sta bene è un’azienda che rende”, afferma Paola Veglio, AD di Brovind, realtà metalmeccanica dell’Alta Langa che da anni basa il proprio modello imprenditoriale su persone e territorio. “In un momento storico in cui attrarre e trattenere competenze è complesso, il welfare rappresenta una risposta concreta alle esigenze delle persone e un fattore competitivo per l’impresa”.

Il welfare Brovind: concreto, quotidiano, con un impatto che supera i confini aziendali

Brovind ha scelto un approccio pragmatico, basato su servizi realmente utili. L’azienda copre interamente la retta dell’asilo nido comunale per i figli dei dipendenti e garantisce attenzione costante all’equilibrio vita-lavoro, offrendo flessibilità a chi ha bambini piccoli o esigenze familiari.

Paola Veglio ha inoltre riaperto, con un investimento personale, un ristorante chiuso da anni: un gesto che ha restituito un servizio fondamentale alla comunità e che oggi funge anche da mensa aziendale, con l’80% del costo del pasto sostenuto da Brovind.

L’azienda sostiene attività sportive e culturali del territorio e ha avviato una collaborazione strutturata con le scuole locali, culminata nell’apertura di un laboratorio didattico all’interno del nuovo impianto produttivo. Ogni settimana un gruppo di studenti può svolgere attività pratiche affiancato da docenti e tecnici aziendali.

I ragazzi possono finalmente toccare con mano ciò che studiano sui libri e respirare la vita aziendale”, sottolinea Veglio. “Valorizzare i giovani significa investire sul futuro dell’azienda e della comunità, soprattutto in un momento in cui il mismatch scuola–lavoro penalizza pesantemente le PMI”.

Un modello che rafforza il legame tra azienda e territorio

Per Brovind il welfare non porta benefici solo ai dipendenti, ma all’intero ecosistema locale. Le imprese che investono nel benessere generano stabilità, favoriscono la permanenza di competenze e contribuiscono a una cultura del lavoro più sostenibile.

Il nostro obiettivo è creare valore per le persone, per l’azienda e per la comunità in cui viviamo”, aggiunge Veglio. “Cortemilia è un borgo di 2.100 abitanti che sta perdendo servizi e popolazione. Vogliamo invertire la rotta collaborando con le istituzioni e offrendo opportunità che mancavano da tempo”.

Natale: oltre 80 mila euro di buoni welfare per sostenere le attività locali

Ogni anno Brovind omaggia i 166 dipendenti con un buono regalo da 500 euro da utilizzare nei negozi del borgo di Cortemilia. Una scelta controcorrente che sostiene le botteghe di prossimità, dopo le prime edizioni in cui i buoni erano spendibili online o presso la grande distribuzione.

Mi sono presto resa conto che il welfare poteva diventare uno strumento per fare del bene anche a livello locale”, conclude Veglio. “Da qui la scelta di valorizzare le attività del paese e generare un impatto positivo sul territorio”.

I.P.

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