Dopo le minacce, la Regione sembra pronta a passare ai fatti ed escludere il Comune di Torino dai bandi dei Distretti del Commercio. La motivazione? Su proposta del capogruppo regionale della Lega Fabrizio Ricca, Palazzo Lascaris ha approvato una legge che limita il mercato di Libero Scambio a sole 12 giornate l’anno.
Stretta sul Barattolo
Una drastica riduzione quindi per il Barattolo di via Carcano, che si svolge tutti i sabati. Una stretta motivata dal Carroccio con la necessità di contrastare "problemi in termini di sicurezza pubblica, degrado urbano e diffusione di beni di dubbia provenienza".
E il mancato adeguamento alla stretta porta all'esclusione dai "bandi per finanziamenti regionali in ambiti cruciali come il commercio, la rigenerazione urbana, il decoro cittadino e l'efficientamento energetico, per l'intero anno in cui la violazione si è verificata". Una spada di Damocle che ora pende sul capo della Città, mettendo a rischio i Duc di Vallette e Mirafiori.
Dialogo tra Comune e Regione
La Città negli scorsi mesi ha rinnovato temporaneamente per un anno la convenzione con ViviBalon, l'associazione che organizza il Barattolo, in attesa di potersi sedere al tavolo tecnico con la Regione per discutere dell'adeguamento del "patto" in base alla nuova legge regionale. Al momento è aperto un dialogo tra l'assessore all'Economia circolare Chiara Foglietta e quello Regionale alle Politiche Sociali Maurizio Marrone.
Il timore di Palazzo Civico è che riducendo a dodici giornate il Barattolo, dilaghi il commercio abusivo. L'obiettivo del confronto tra Regione e Comune, come chiarisce il sindaco Stefano Lo Russo, è "risolvere in via definitiva la questione interpretativa della norma regionale, che fissa un numero massimo di giorni sul Libero Scambio".
"Sono fiducioso - ha aggiunto il primo cittadino - che questo lavoro potrà a breve portare ad una soluzione di questa problematica, nel pieno rispetto della norma regionale e della sua corretta interpretazione, e soprattutto nella salvaguardia del Barattolo".
M5S all'attacco
Va all'attacco invece della giunta Cirio il M5S, che chiarisce per voce del capogruppo comunale Andrea Russi: "Il centrodestra punisce periferie e fragilità per interesse politico".
"È una scelta di ostilità politica – sottolinea Alberto Unia, consigliere regionale M5S – che scarica sulle periferie e sui più fragili il prezzo di una contrapposizione di parte. A pagarne le conseguenze saranno commercianti, residenti e chi vive situazioni già complesse".
La preoccupazione di Ascom
Preoccupata anche della possibile mancata erogazione dei fondi la presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa: "La decisione grava su 7800 imprese. I DUC rappresentano uno strumento di successo della Regione Piemonte, che non può essere compromesso in questo modo su Torino". "Non possiamo accettare che l’interesse delle imprese venga sacrificato per motivi politici o tecnicismi burocratici. Il commercio di vicinato è un presidio fondamentale di qualità urbana e sicurezza: merita una programmazione stabile" conclude Coppa.





