La cupola ottocentesca della Basilica Mauriziana torna a brillare dei suoi colori originali dopo un anno di restauri a oltre 40 metri d’altezza.
Il grande affresco di Paolo Emilio Morgari “Il trionfo della Croce” è tornato leggibile grazie all’intervento del team di Alina Pastorini. “Abbiamo iniziato il 10 dicembre 2024 con una prima fase di studio e abbiamo terminato con i lavori il 28 luglio” spiega Pastorini.
L'affresco di Morgari
Realizzato nel 1859, ha come soggetto l’esaltazione della croce, in omaggio alla Confraternita della Croce, e l’ascensione dei martiri Lazzaro e Maurizio, la cui Arciconfraternita gestisce ancora oggi la Basilica.
“Le figure erano molto sporche e deteriorate dall’umidità cui è stata soggetta la basilica. La pulitura che ha permesso di evidenziare le parti più scure. Le mani erano gli unici elemento che Morgari faceva di getto, senza segno grafico - racconta Valeria Moratti, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza -. Il cupolino era già restaurato negli anni ‘90 e la Soprintendenza aveva fatto il presbiterio, ma non c’erano stati altri interventi nel tempo”.

I restauri hanno permesso di approfondire la tecnica esecutiva del Morgari, rivelando un uso magistrale dell’esecuzione a fresco integrato da finiture a secco, tratteggi raffinati e la presenza di elementi polimaterici in rilievo. Particolare la presenza di lunghe corde sorrette dagli angeli che sostenevano un grande telo “a foggia di baldacchino” appeso alla base del lanternino, al colmo della cupola, per distribuire la luce senza disturbare la fruizione del dipinto, un espediente unico di cui non si conoscono eguali.
Le ricerche condotte sui documenti dell’Archivio Storico dell’Ordine Mauriziano hanno permesso di chiarire anche i tempi effettivi del cantiere: 21 mesi – dal 9 aprile 1858, data della firma del contratto, alla fine del 1859.
I prossimi interventi

I lavori alla Basilica Mauriziana sono stati avviati nel 2024 con la disponibilità dell'Arciconfraternita, del MIC e della Sovrintendenza di Belle Arti, e procedono per gradi. Dopo aver completato il restauro del cupolino seicentesco, della cupola e del tamburo, il programma prevede di intervenire sui pennacchi realizzati da Francesco Gonin e quattro archi sottostanti.
L’investimento finora è stato di circa 620 mila euro per circa tre anni, sostenuto per il 60% dalla Fondazione Ordine Mauriziano con fondi propri, mentre il restante è stato ammesso ai contributi ministeriali in conto capitale del Ministero della Cultura e si è concentrato su interventi per il restauro e la messa in sicurezza della cupola e del tamburo dell'aula.
Per gli interventi sui pennacchi e sulle arcate sono previsti altri 200 mila euro, di cui 25 mila euro sono stati messi dal Ministero e il resto dal FOM, ma servono ancora 50 mila euro per poter concludere i lavori entro la primavera 2026.
“Sono ammalorate anche le pareti e serve un mecenate” spiega la presidente del FOM, Licia Mattioli. “Vorremmo evitare di togliere il ponteggio e doverlo rimettere siccome, il suo costo è già di 140 mila euro. Dopo ci piacerebbe concentrarci sulla cripta e ci piacerebbe diventasse come in origine un luogo dedicato a concerti ed eventi”.
Durante i lavori la Basilica resterà come in precedenza aperta alle visite del pubblico.








