Via libera all’unanimità alla nuova legge quadro dedicata alle energie rinnovabili e all’autoconsumo. Il testo, composto da 13 articoli, nasce dalla sintesi di tre proposte presentate da Claudio Sacchetto (Fdi), Alberto Avetta (Pd), Sarah Disabato (M5s). La nuova normativa sostituisce quella del 2018, che aveva reso il Piemonte una regione pioniera nello sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili, realtà che oggi sono già 154 sul territorio.
Con questa legge la Regione punta a consolidare e ampliare il loro ruolo, sostenendo al contempo la nascita di nuovi progetti locali. L’obiettivo è chiaro: incentivare la produzione, lo scambio e l’accumulo di energia pulita per l’autoconsumo collettivo, contribuendo a ridurre i consumi e a contrastare la povertà energetica attraverso interventi di maggiore efficienza.
La transizione energetica, nelle intenzioni della norma, passa direttamente dal protagonismo dei Comuni, dei cittadini e delle realtà locali, chiamati a collaborare per affrontare insieme le sfide climatiche, economiche e sociali che attendono il Piemonte nei prossimi anni.
Per l’attuazione della legge sono stati stanziati 1,2 milioni di euro per il biennio 2026-2027, risorse interamente coperte dal bilancio regionale. Dal 2028 in avanti, invece, i finanziamenti verranno determinati di anno in anno con la legge di bilancio.
Nell’illustrazione del nuovo testo unico, il primo relatore di maggioranza Sacchetto ha ricordato come “il Piemonte sia la terza regione italiana per accesso ai fondi pubblici e raccolga il 15% delle Cer presenti sul territorio nazionale. La nostra è una vera e propria legge quadro”. A seguire, il secondo relatore di maggioranza, Mario Salvatore Castello (Lista Cirio), ha sottolineato “l’ampia condivisione del testo all’interno della Terza Commissione”. Per l’opposizione, la prima relatrice Sarah Disabato (M5s), firmataria della proposta di legge poi confluita nel testo unico, ha evidenziato “l’introduzione di quote premiali”. Il secondo relatore di minoranza, Alberto Avetta (Pd), ha invece denunciato “il ritardo del Piemonte rispetto ad altre Regioni, con risorse inferiori rispetto al resto d’Italia”, ricordando come nel 2018 fosse stata la prima a dotarsi della legge ora sostituita. Nel corso della discussione generale, Silvio Magliano (Lista Cirio) ha parlato di una “ottima mediazione” raggiunta sul testo e si è soffermato sulla forte valenza sociale delle Cer, soprattutto nel rapporto con enti locali e Terzo settore. Daniela Cameroni (Fdi) ha descritto il provvedimento come parte di una “architettura futura” in cui l’energia non scorrerà solo nei cavi, ma nelle capacità delle comunità di generare coesione. Emanuela Verzella (Pd) ha richiamato l’attenzione sul ruolo sociale delle Cer, sottolineando “la necessità di sostenere persone e territori più fragili”. Per il M5s, Alberto Unia ha evidenziato come “la legge consenta finalmente al Piemonte di entrare pienamente nel circuito dell’energia condivisa”. Infine, Nadia Conticelli (Pd) ha chiesto alle istituzioni un sostegno concreto per favorire il cambio di passo e ha sollecitato “particolare attenzione alla tutela del suolo, in particolare quello agricolo, nella realizzazione dei parchi fotovoltaici”.
L’Aula ha poi approvato, sempre all'unanimità, l’ordine del giorno di Pasquale Coluccio (M5s) a sostegno dello sviluppo delle Cer con la richiesta di adeguamento del quadro normativo nazionale alla condivisione fisica dell’energia.





