Torino farà la conta delle persone senza fissa dimora. Si tratta di un progetto ISTAT nazionale che punta a effettuare uno studio su chi vive in strada. Il capoluogo piemontese è tra le 14 città metropolitane dove, tra il 26 e il 29 gennaio 2026, sarà effettuato il censimento, se così si può definire. Un modo per avere a disposizione numeri più precisi del fenomeno.
Come funzionerà
La sera del 26 gennaio avrà luogo una vera e propria conta di chi dorme in strada e nelle strutture di accoglienza, mentre il 28 e il 29 alcuni partecipanti saranno intervistati in profondità per comprendere meglio le cause e le condizioni di vita. La rilevazione sarà condotta per conto di ISTAT da Fio.PSD, realtà che sta cercando volontari interessati a partecipare: maggiori informazioni sul sito tutticontano.fiopsd.org.

Il Comune, avendo a disposizioni dati più precisi, potrà quindi confrontarli con le proprie stime e mettere in campo azioni mirate per migliorare le condizioni di vita delle persone che non hanno una casa. "Potremo ad esempio cambiare l'approccio in strada, se scopriamo che ci sono tante persona senza fissa dimora in un determinato punto piuttosto che in un altro - ha commentato l'assessore alle politiche sociali Jacopo Rosatelli - in modo da orientare verso un luogo o un quartiere risorse che adesso magari sono dedicate ad altro. Potremo avere contezza di un numero di persone al quale deve corrispondere una potenziale accoglienza. Poi le interviste mirate possono farci capire se parliamo, ad esempio, di migranti in transito oppure se parliamo di persone italiane che vivono in strada da 15 anni, perché non vogliono più vivere in casa”.
C’è chi sceglie di vivere per strada
I servizi sociali della città stimano un numero stabile e costante di persone che vivono per strada, mentre è in crescita quello di chi si rivolge ai dormitori ed è inserito in progetti di reinserimento sociale e abitativo. Questo perché le persone che dormono in strada, contrariamente a quanto si potrebbe credere, non sono fisse ma si spostano molto. Per alcuni, ad esempio, è una scelta di vita: "Ci sono persone in strada che sono senza fissa dimora ma senza bisogno di assistenza: sono persone che vivono liberamente in questo modo e non possiamo costringerle ad essere aiutate" - ha spiegato Rosatelli.
Accessi nei dormitori più brevi e più integrazione
Alcuni cambiamenti sono già stati messi in campo negli ultimi mesi, come l'accesso non più diretto nei dormitori di via Traves e del Buon Pastore. Adesso l'accesso avviene conseguentemente alla segnalazione dei servizi sociosanitari, per evitare l'ingresso di persone che usufruivano del supporto senza averne realmente bisogno. L'obiettivo del Comune è quello di rendere gli accessi ai centri notturni più brevi, con l'inserimento rapido delle persone in percorsi di integrazione sociale, che è il vero modo per toglierle dalla strada.

Dalla pulizia dei portici, alla facilitazione digitale
Inoltre, nel corso dell'anno è stato implementato un servizio di pulizia dei portici e delle zone dove le persone senza fissa dimora dormono più spesso, per garantire più sicurezza sanitaria a loro e più pulizia per i residenti di quelle zone. Nel prossimo anno, invece, ad essere implementati saranno i servizi per i senza dimora nei centri servizi della città, con potenziamento e nuove aperture. Lì, chi non ha una casa potrà depositare i propri oggetti o usufruire dei punti di facilitazione digitale.





