A Torino nel 2024 l'occupazione cresce del +4%, pari a circa 15mila occupati in più. In parallelo diminuiscono del 3% i contratti part-time e a tempo determinato, in favore di quello indeterminato. Torna a crescere, anche se solo di 6mila unità, il numero di residenti all'ombra della Mole che arrivano a 857mila: 137 mila sono stranieri.
Diminuiscono i lavoratori laureati
È questo il quadro che emerge dal rapporto annuale 2025 sul lavoro nel capoluogo, curato da Giorgio Vernoni di Ires Piemonte, presentato questa mattina in Sala delle Colonne. In un quadro in cui finalmente si segnalano alcuni dati positivi, emerge come diminuiscano i lavoratori laureati, dal 49% al 44%.
Arretrano servizi ed industria
Prosegue la terziarizzazione dell'economia cittadina, guidata da servizi alle imprese (commercialisti, consulenza finanziaria,..), bancari e assicurativi. Arretrano invece il commercio (dal 15% al 13%), i servizi alla persona e l'industria (dal 20% al 19%).
I sindacati
In questo contesto sono critici i sindacati. Maria Teresa Cianciotta della UIL Torino e Piemonte: "A novembre il capoluogo era la città più cassintegrata della nostra regione. Abbiamo una popolazione lavorativa e imprenditoriale anziana: mancano piani per ricollocare le persone che rimangono senza lavoro, formandole mediante le politiche attive.Torino non può essere solo servizi, nel suo DNA c'è la manifattura".
"Ci sono uomini e donne - ha fatto eco la segreteria CGIL Torino Elena Palumbo - che lavorano anche solo un giorno o un ora: ma questo può essere considerato lavoro stabile?". Se prosegue la crisi dell'automotive - che colpisce non solo Stellantis a Mirafiori, ma anche tutto l'indotto - in parallelo si registra la crescita dell'aerospazio.
Purtroppo, come chiarito dal segretario CISL Torino-Canavese Davide Provenzano, il settore dell'aerospace "non compensa i fuoriusciti dell'automotive. Bisogna contaminare tutto il territorio per favorire un indotto dell'aerospazio".
Il confronto con Milano e Bologna
Per quanto riguarda la formazione, a Torino aumentano i laureati pari ad un terzo della popolazione, quindi meno che in altre città: a Bologna e Milano metà della popolazione in età da lavoro è laureata. Bisogna prestare attenzione però al mismatch per sovraistruzione, che colpisce soprattutto le donne. Tradotto sempre più persone che hanno frequentato l'università svolgono lavori per cui sarebbe stato sufficiente un titolo inferiore.
Il sistema di UniTo e Politecnico funziona, ma occorre lavorare per trattenere i neolaureati sul territorio. Torino è capace di attrarre 36mila studenti fuori sede, ma se ad un anno dal titolo pesano gli stipendi più bassi rispetto all'estero.
Le risposte della Città
A proporre risposte ad una parte dei problemi la vicesindaca Michela Favaro: "Con la Piattaforma per il Lavoro presentata lo scorso luglio, puntiamo a costruire un modello di governance collaborativa e innovativa, capace di connettere strategie pubbliche, iniziativa privata e competenze diffuse per generare valore condiviso e sviluppo inclusivo".
"A partire da gennaio convocheremo dei Tavoli tematici permanenti con il compito di tradurre gli indirizzi strategici della Piattaforma in un Piano di Azione operativo. Non è una missione semplice, richiede un impegno congiunto di atenei, parti sociali e politica, ma è essenziale per vincere le sfide che ci attendono” ha concluso Favaro.







