"Giù le mani dall'autonomia scolastica". È questo il messaggio che lanciano le consigliere e consigliere del gruppo PD Torino (Lorenza Patriarca, Claudio Cerrato, Ludovica Cioria e Caterina Greco), che puntano il dito contro il Governo Meloni.
"Ristretti spazi libertà scuole"
Perché se il centrodestra spinge verso l’autonomia differenziata delle Regioni, in tema di istruzione sceglie "invece la strada opposta: quella del controllo governativo e della restrizione degli spazi di libertà delle comunità scolastiche". I dem contestano poi il disegno di legge contro l’educazione sessuo-affettiva.
Educazione sessuo-affettiva
Solo ieri la Camera ha approvato il provvedimento che introduce l’obbligo del consenso dei genitori per fare educazione affettiva nelle scuole. Una misura anacronistica, "in un Paese in cui si registra un femminicidio ogni tre giorni". "Un attacco diretto - prosegue il PD - all’autonomia delle scuole, sancita dalla Costituzione".
A provare in prima persona gli effetti della restrizione è il collega Valentino Magazzù, che ha dovuto firmare una sorta di liberatoria per un corso sul tema al figlio in 5° elementare. "Sarebbe bastata - spiega - una sola famiglia contraria per non farlo. Inoltre si aggiunge ulteriore burocrazia".
I consiglieri contestano anche la riscrittura delle Indicazioni Nazionali "senza un vero confronto con il mondo della scuola e con l’intento di orientare pesantemente le scelte curricolari". E per ultimo il dimensionamento scolastico.
Gli accorpamenti
La scorsa settimana la Regione ha annunciato sette accorpamenti di scuola a Torino, a cui se ne aggiungono due nel Cuneese. Le scuole del capoluogo colpite dal provvedimento sono: la primaria Allievo con l’istituto comprensivo Frassati, l’istituto comprensivo Collodi con il Calamandrei, il superiore enogastronomico Beccari con lo Steiner (liceo artistico e professionale), e il superiore Galilei Ferrari diviso tra il Majorana di Torino e il Giolitti.
"Si creano delle scuole sempre più grandi - spiega Lorenza Patriarca, nella doppia veste di ex dirigente scolastico -ignorando i contesti territoriali e storici". "Le scuole - chiarisce la consigliera - diventano troppo grandi ed ingovernabili, con i dirigenti costretti a preoccuparsi solo dei problemi più grandi".





