Il Caffè Platti compie 150 anni. Nato nel 1875, negli anni del primo Risorgimento, come liquoreria “Principe Umberto”, fu rilevato dai fratelli Ernesto e Pietro Platti, che lo trasformarono in un caffè destinato a diventare un punto di riferimento sociale e culturale per tutto il Novecento.
La nascita della Juventus
Tra le sue mura e intorno ai suoi tavoli, Platti ha attraversato tre epoche: l’Unità d’Italia, le due guerre mondiali e il boom industriale; è stato testimone vivace delle trasformazioni di Torino. Tra le personalità che hanno varcato la sua soglia, Cesare Pavese, Giulio e Luigi Einaudi, ma anche Giovanni Agnelli fino a Luigi Lavazza. È proprio davanti alle sue vetrine tra l’altro che il 1º novembre 1897, alcuni studenti del liceo classico D’Azeglio decisero di fondare quella che sarebbe diventata la Juventus FC, rendendo il locale parte integrante della storia del calcio italiano.
La nuova gestione di Gerla 1927
Nel corso degli anni Platti ha affrontato alti e bassi, tra cui due fallimenti prima di essere rilevato nel 2021 dal gruppo di Gerla 1927. Il fatturato oggi è dato per il 50% da turisti e per l’altra metà da torinesi. “Platti ha mantenuto quella sua identità di caffè frequentati da avventori intellettuali - spiega Stefano Chiodi Latini, direttore generale di Gerla 1927 -. È diventato uno status, qualcosa a cui il Torinese si sente di appartenere. È l’emblema di essere Torinese. Frequentare Platti è da torinesi, è qualcosa di raro, non è un’ovvietà. Siamo simbolo di qualità e quantità, con al centro l’attenzione al cliente. Un posto che negli anni ha subito diversi sali e scendi. Quando abbiamo comprato questo locale ci siamo trovati di fronte a una situazione sgradevole che fatturava un milione e 300 mila euro, oggi siamo sui 2 milioni. Avevamo 9 dipendenti oggi sono 13”.
Aria di storia
Gli interni, arredati in stile Luigi XVI dalla ditta Valabrega, ricoprono pavimenti e pareti con raffinati stucchi, lampadari originali, decorazioni dorate, un bancone in legno intarsiato anni Venti, grandi specchi incorniciati e tonalità pastello che donano al locale un’eleganza discreta e senza tempo. “Nel mondo fast in cui viviamo oggi, qui si rallenta e si fa un passo indietro verso la tradizione. È un luogo di passaggio, ma anche di meta turistica. Ci sono caffè più storici con una posizione anche più interessante, ma non hanno questo pellegrinaggio per così dire. Qui si respira un’aria di storia che è rimasta presente”.
Presto un orario prolungato
Dai plin ai tramezzini, l’offerta di Platti spazia dalla colazione, passando per la confetteria, fino all’aperitivo, ma l’idea è quella di aumentare le attività prolungando gli orari di apertura.
“Vorremmo portarlo dalle 7.30 alle 21, orario attuale sette giorni su sette, a mezzanotte. Stiamo lavorando per questo per far sì che diventi un luogo più internazionale - spiega Latini -. Al piano di sotto vorremmo prolungare l’orario del cocktail bar fino a mezzanotte e sopra il ristorante aperto anche per la sera con un’offerta tipica di Platti, quella agé a tratti fané, di una trattoria piemontese sita in un contesto eleganti come Platti. Dal carrello dei bolliti, al vitello tonnato, al bagnetto al verde, fino al carrello delle torte. Un’atmosfera piemontese vera”.
Contro il degrado
Un’azione che potrebbe contrastare il degrado cui va spesso incontro durante l’orario serale l’area dei portici di corso Vittorio. “È inutile nasconderci: siamo in una zona di degrado urbano. È il nostro tallone d’Achille. Abbiamo subito spesso furti, la sera dobbiamo fare attenzione quando i ragazzi chiudono il locale. Lo dico con imbarazzo, ma questa scelta potrebbe giovare anche a una riqualificazione del quartiere”.
Festeggiamenti con sobrietà
“Platti è un brand, ma non potremmo esportarlo. Non avrebbe senso a Dubai o Parigi, non verrebbe capito il suo fascino”. E rispettando questa sabaudità per i 150 anni non ci saranno grandi festeggiamenti, solo qualche piccola novità sui prodotti per i clienti: “Ci sarà il cocktail 150 e il croissant 150. Ma non è qualcosa che vogliamo acclamare. Non è un pretesto commerciale per dire che ci siamo. Non facciamo alcun taglio del nastro, perché Platti è torinese. I 150 anni di Platti si respirano ieri, come oggi, come domani” conclude il direttore.








