"La terapia infusionale sottocutanea di levodopa è una novità cruciale per molti pazienti con Parkinson avanzato. È un trattamento complesso, che richiede delle competenze specifiche, un coordinamento e un chiaro percorso di presa in carico. Per questo ho chiesto all’Assessore regionale alla sanità di fare piena chiarezza sui protocolli adottati e sulle garanzie offerte ai pazienti, soprattutto quando si rivolgono a strutture diverse dal centro pilota delle Molinette.
Non possiamo permettere che un’innovazione così importante venga gestita senza un modello organizzativo solido e condiviso" spiega il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle.
"Dalla risposta dell’Assessore Riboldi apprendiamo che sono 70 i pazienti in cura ad oggi in Piemonte, distribuiti tra Molinette e i centri di Maria Vittoria, Martini, Biella, Alessandria, Mondovì, Savigliano e Verduno. Un numero significativo, che dimostra quanto la terapia stia già entrando nella pratica clinica.
La terapia non presenta una durata definibile, in quanto ciò dipende dalla risposta clinica, e la sua complessità non risiede nel farmaco, che è utilizzato dagli anni ’70, bensì nel sistema di infusione intestinale, che richiede monitoraggio costante e competenze sempre aggiornate.
Riboldi, nella sua risposta, ha indicato che il riferimento operativo è il PDTA regionale (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale), il quale stabilisce le caratteristiche dei centri idonei e le modalità di follow-up. Tuttavia, un PDTA non sostituisce la necessità di procedure puntuali, di una formazione capillare e di un’informazione chiara a tutte le strutture coinvolte. Gli stessi rischi di reazioni infiammatorie, pur gestibili, richiedono personale pienamente formato" prosegue Valle.
"Nella risposta dell’Assessore si legge anche che il Centro regionale esperto mantiene un dialogo costante con le altre strutture e che non si sono verificati ricoveri urgenti. È un dato sicuramente positivo, ma non sufficiente a dichiarare il sistema pienamente funzionante. Stiamo parlando di una modalità di somministrazione innovativa che cambia radicalmente la quotidianità dei pazienti e degli operatori. Pertanto, è necessario rafforzare il coordinamento tra i centri, garantire una formazione uniforme, assicurare continuità assistenziale anche nei passaggi territoriali e prevenire difficoltà nella gestione del dispositivo nel tempo, criticità già segnalate da diverse famiglie. Continuerò a monitorare con estrema attenzione, perché l’innovazione è una risorsa solo se accompagnata da sicurezza, qualità delle cure e una rete capace di sostenere i pazienti in ogni fase del percorso» conclude Daniele Valle.





