Al via oggi la "mezza" maratona che porterà entro lunedì all'approvazione del Piano Socio sanitario del Piemonte. Duecento pagine che racchiudono un "nuovo modello di sanità", come ha chiarito l'assessore regionale Francesco Riboldi. Tra gli assi principali "una nuova rete ospedaliera che ci consente di agire con l'alta intensità con esiti favorevoli".
Fondamentale poi la territorialità, ha continuato l'esponente della giunta, "con 91 casa di comunità, 30 ospedali di comunità e 46 centrale operative per avvicinare la sanità di bassa intensità al territorio, far calare il numero di pazienti in attesa nei pronto soccorso e lavorare sulla prevenzione".
L'8% dei piemontesi non si cura
E gli obiettivi sono in prima battuta due: superare le lunghe liste d'attesa, andando a "recuperare" quell'8% dei piemontesi che rinuncia alle cure, alla luce anche di una popolazione sempre più vecchia e della cronicità che aumenta. E gli emendamenti al documento sono oltre duecento, settanta di maggioranza e circa 150 di minoranza.
Alcuni sono stati sottoscritti da tutte le forze politiche in aula, come quello che chiede alla Regione di mettere in campo misure per la prevenzione al suicidio, "intercettando precocemente il disagio psicologico e garante un supporto efficace ed integrato".
"Giudizio Pd negativo"
Non mancano comunque critiche da parte della minoranza, a partire dal vicepresidente della commissione Sanità Daniele Valle che chiarisce come "approvare il Piano sociosanitario entro l’estate sarebbe stata una forzatura e avrebbe prodotto un documento inservibile". "Il giudizio del PD - aggiunge la capogruppo dem Gianna Pentenero- resta negativo: il Piano è ancora privo di una solida base epidemiologica, di obiettivi chiari, risorse definite e indicatori di risultato".
M5S, AVS e SUE puntano il dito
Per la capogruppo del M5S Sarah Disabito il documento lascia irrisolto anche il "problema della carenza di personale, senza considerare l’immobilismo che continua a regnare sovrano sull’edilizia sanitaria, dove non si posa un mattone se non per ospedali e case di comunità, strutture realizzate con i fondi PNRR portati a casa dal governo Conte”.
"È inaccettabile - rincara Vittoria Nallo, Presidente del Gruppo Stati Uniti d'Europa per il Piemonte - che si rinunci a definire obiettivi misurabili, criteri di scelta, condizioni minime di tutela per pazienti e operatori, indicatori di risultato, vincoli sulle grandi riorganizzazioni aziendali e infrastrutturali".
"Devono essere rispettati- conclude Alice Ravinale, capogruppo di AVS - i diritti di lavoratori e lavoratrici: proponiamo che la Regione convenzioni o accrediti solo enti privati che applicano i CCNL corretti e li rinnovino. Il Piemonte non può continuare a tollerare lavoro povero negli appalti e negli accreditamenti".
Critiche a cui in parte risponde Riboldi: "Il piano sociosanitario è strategico per l'indirizzo del futuro. Una volta approvato, si lavorerà ai decreti attuativi per tutto quello che riguarda tempistiche, risorse e modalità".






