Sanità e borse di studio: sono questi i temi al centro della doppia protesta in corso questa mattina davanti a Palazzo Lascaris. A dare il via alla prima mobilitazione il Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure - composto da sindacati, associazioni, ordini professionali – per segnalare ancora l’insufficienza del piano sanitario della giunta Cirio che deve essere approvato in questi giorni dal Consiglio Regionale.
"Dopo pandemia, più bisogno di cure"
"Cerchiamo di spronare Palazzo Lascaris - spiega Massimo Esposto, segretario Fp Cgil Torino - a fare la giusta valutazione, prima di approvare questo piano sociosanitario, che è carente ed atteso da 30 anni". "Dopo la pandemia, - prosegue - i bisogni di cura sono aumentati: noi in questo testo registriamo solo una pletora di intenzioni, senza alcuni tipo di risorse e senza valutazioni sul personale, essenziali per dare gambe al piano sociosanitario".
8% piemontesi non si cura
In Piemonte, l'8% dei cittadini rinuncia a curarsi, complice le liste d'attesa. Ci sono persone che aspettano anche 18 mesi per una colonscopia. "Oggi la domanda - prosegue Esposto - che si dovrebbe porre la Regione è se la sanità è messa meglio, uguale o peggio rispetto alla pandemia, che ha creato un anno zero. Credo che il Consiglio regionale debba avere rispetto dei piemontesi, ma anche dei dipendenti perché in questo piano il capitolo dedicato al personale è irrisorio".
"Sanità si posa sul personale"
"Riboldi - prosegue il segretario Fp CGIL Torino - parla sempre di intelligenza artificiale, ma la sanità si posa sul fattore umano: non potrà mai sostituirlo. Chi pensa di farlo è fuori dalla realtà". E sul fronte dei turn over, il sindacato chiede conto dei cento milioni arrivati da Roma che permetterebbero 2.500 nuove assunzioni negli ospedali. "Non sappiamo come le Asl abbiano usato questi soldi", conclude Esposto.
"Siamo delusi - ha proseguito Giorgio Airaudo, segretario Cgil Piemonte - perché pare che la Regione non voglia comprendere che dopo il Covid la sanità piemontese non può essere trattata da Cenerentola. Non si può scivolare nella privatizzazione: se lo vogliono fare, lo dicano chiaramente".
"Nuovo Cup ancora fermo"
Ieri è arrivata l'ultima tegola. Una delle ditte che ha partecipato alla gara per il nuovo Cup regionale ha presentato ricorso al Tar. "Il nuovo servizio, che doveva prendere in carico la salute dei piemontesi, doveva partire anno fa e ad oggi è ancora fermo. Non ci sentiamo ascoltati: proseguiremo con le iniziative perché non rinunciamo alla sanità pubblica", conclude Airaudo, a nome del Comitato.
Studenti in protesta
Ma non è l'unica protesta. A fare sentire la loro voce questa mattina anche gli universitari di Cambiare Rotta. "Edisu, - spiega uno dei manifestanti - e la Regione, anno dopo anno fanno sempre peggio: aumentano le richieste di borse di studio ed il Piemonte investe sempre meno. Ci sono 4mila studenti idonei, ma sono senza sicurezza. Una buona parte sono internazionali: vengono da aree del mondo dove si fa fatica a sostenersi economicamente".








