Attualità - 18 dicembre 2025, 12:59

L’ultimo saluto a Remo Vottero: Bibiana ha perso con il suo ‘piccolo e grande’ uomo

Era uno dei volontari più instancabili del paese: pilastro portante degli Amici di San Bartolomeo, punto di riferimento per l’asilo San Marcellino

Il volontario Remo Vottero

Il volontario Remo Vottero

Bibiana ha dato l’ultimo saluto al suo ‘piccolo’ che tuttavia è stato un ‘grande’ della storia del paese. Si è svolto ieri mattina (mercoledì 17 dicembre), nella chiesa di San Marcellino, il funerale di Remo Vottero, soprannominato Remo ‘Cit’ per la sua statura ma anche per l’affetto con cui viene ricordato in paese. Aveva 83 anni ed è morto domenica 14 dicembre all’ospedale di Pinerolo, a seguito di un grave ictus che l’aveva colpito pochi giorni prima. “La chiesa non era abbastanza grande per accogliere tutti quelli che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Remo Cit, per tutte le associazioni e le organizzazioni che lui ha sempre aiutato” rivela Piero Caffaro, presidente della Pro loco di Bibiana. C’era chi – tra gli alpini – è arrivato per l’occasione dal Veneto e soprattutto c’erano gli Amici di San Bartolomeo, associazione di cui è stato uno dei pilastri portanti.

Caldarroste e manutenzione

“Domenica 7 dicembre era tra di noi in piazza a preparare le caldarroste per la festa di Natale e due settimane fa invece le ha cucinate direttamente nel cortile dello studio televisivo di Primantenna, invitati da Loris Gallo, per rappresentare Bibiana alla trasmissione ‘Campanili in Festa’” racconta Caffaro. Vottero ha fatto parte della delegazione che ha partecipato alla trasmissione come associazione Amici di Bibiana, di cui è stato per tanti anni il braccio operativo: “Ma lui era disponibile per tutti e collaborava con le altre associazioni. Se poteva aiutarti non si tirava indietro” aggiunge.

Per questo è diventato un simbolo per il paese, e dei luoghi simbolici di Bibiana si è preso cura come volontario. Così ha fatto, ad esempio, con la rotonda del centro, in via Cavour, poco distante dal Municipio. Era infatti lui a tenerla pulita, tagliare l’erba e potare le piante.

“La rotonda è proprio vicino a casa sua. Adesso per tanti di noi è commovente passare lì davanti e pensare a lui” commenta Enrico Vercellone.

“Nessun problema! Ora la risolviamo”

Vercellone conobbe Vottero una trentina d’anni fa quando entrò nel direttivo della Polisportiva di Bibiana: “Lui era quello che davanti alle situazioni difficili affermava: ‘Nessun problema! Ora la risolviamo” aggiunge Vercellone.

Aveva lavorato all’Enel e prima della pensione era stato guardiano della diga di Villaretto Chisone: “Grazie alle sue competenze gestiva le luci e l’impianto elettrico per gli spettacoli della compagnia teatrale del paese ‘Gli amis d’la gabia’, per cui si occupava anche di montare le scenografie”.

Pragmatico, Vottero preferiva però rimanere dietro le quinte non solo a teatro: “Ha dato sempre il suo aiuto ma in silenzio, non l’ho mai sentito rinfacciarlo o chiedere qualcosa in cambio” testimonia Donatella Siddu, maestra della scuola dell’infanzia San Marcellino e anche lei nell’associazione Amici di San Bartolomeo.

Una delegazione alpina dal Veneto

Al funerale ieri, Siddu ha letto la lettera scritta a nome dei piccoli alunni della scuola: “I bambini si ricordano tutti di lui e del suo sorriso, solo qualche giorno prima era tra di loro per la castagnata” racconta la maestra.

Per la scuola di via Ospedale lui era un punto di riferimento non solo per le feste ma anche per la manutenzione: “Lo chiamavamo ogni volta che c’era qualcosa che non funzionava e la sua risposta era sempre la stessa: ‘Gniun prublema! Mi arivù’”.

Arrivava veramente subito con il suo caratteristico carretto: “L’aveva costruito per i due nipotini gemelli e poi aveva continuato a usarlo per trasportare gli attrezzi o la legna in occasione delle castagnate” aggiunge Siddu.

Oltre ‘Cit’, c’era un altro soprannome che Vottero si era guadagnato con la sua operosità umile e silenziosa: “Era anche il nostro ‘Piccolo Alpino’, aveva collaborato con il gruppo di Bibiana e di Campiglione Fenile – racconta Caffaro –. Inoltre continuava a fare la tessera con il gruppo di un paese veneto, dove aveva fatto il militare. Anche una loro delegazione ha voluto essere presente in chiesa per l’ultimo saluto”.

Elisa Rollino

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