È partito in corso Tassoni, all’angolo con corso Appio Claudio, il cantiere per la realizzazione di una nuova pista ciclabile monodirezionale, inserita nel piano strategico della mobilità sostenibile della Città di Torino. L’intervento rientra nel progetto complessivo che mira a collegare la stazione di Porta Susa con il polo universitario di Informatica in corso Svizzera, creando una dorsale ciclabile sicura e continua.
Primo intervento
Il tracciato di corso Tassoni è pensato come una ciclabile su entrambi i lati del controviale, da piazza Bernini fino all’incrocio con corso Regina Margherita, con connessioni dirette alle piste già esistenti di corso Francia e corso Svizzera. In questa prima fase i lavori si sono concentrati nel tratto tra i corsi Regina Margherita e Appio Claudio, dove è stata realizzata una cordolatura protettiva per separare il percorso ciclabile dalla carreggiata.
“La ciclabile sarà tracciata vicino ai parcheggi ed è protetta dal cordolo solo nei pressi di corso Appio Claudio, dove serve una maggiore sicurezza, perché qui non è prevista la sosta regolamentata e c’è un maggiore rischio di interferenza con le auto”, spiega il coordinatore all’Urbanistica della Circoscrizione 4, Marcello Badiali. “Si tratta di un progetto presentato insieme all’ultimo tratto della ciclabile di corso Umbria e inserito in una visione complessiva di mobilità dolce”.
Fondi Pnrr
L’intervento fa parte di un pacchetto più ampio di opere finanziate con fondi Pnrr. I progetti esecutivi, per un valore complessivo di 4 milioni e 100mila euro, sono stati approvati dalla Giunta comunale su proposta dell’assessora alla Mobilità Chiara Foglietta. Oltre a corso Tassoni, i cantieri interessano anche corso Umbria, corso Bramante, corso Cosenza, corso Giambone, via Tirreno, via Filadelfia-Giordano Bruno-corso Siracusa e corso Maroncelli-via Nizza.
La polemica: “Posti auto persi e lavori fermi”
Accanto all’avvio del cantiere, però, non manca la polemica. Nel tratto di corso Tassoni angolo corso Appio Claudio, nel mese di novembre sono stati eliminati - secondo molti - sei posti auto, per fare spazio al maxi cordolo. Da allora, per i residenti, il cantiere apparirebbe in stallo. “Sul posto restano transenne instabili, new jersey bianchi e rossi e cartelli di divieto di sosta con validità dal 20 novembre 2025 a fine lavori” così il capogruppo della Lega della 4, Carlo Morando, autore della segnalazione.
A far discutere è soprattutto la percezione di un intervento isolato: il cordolo, largo circa 1,40 metri, richiama le dimensioni tipiche di una pista ciclabile, ma al momento non risulta ancora collegato visivamente a un tracciato continuo. “Nel frattempo - lamenta Morando -, abbiamo perso parcheggi senza vedere ancora un’opera compiuta”. Sulla vicenda è stata depositata anche un’interpellanza, che chiede chiarimenti su tempi, fasi del cantiere e sull’effettiva utilità del tratto realizzato. Dal territorio, la richiesta è di avere tempi certi e una comunicazione più chiara sull’avanzamento dei lavori, per evitare che un progetto di mobilità sostenibile finisca per trasformarsi, almeno inizialmente, in un motivo di disagio.






