Il Regina Margherita di Torino è l'ospedale dei bambini del mondo. Questa mattina - alla presenza dei ministri degli Esteri e Pubblica Amministrazione Antonio Tajani e Paolo Zangrillo, del governatore Alberto Cirio, dell'assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi e della Direttrice del Dipartimento Patologia e Cura del Bambino Franca Fagioli - è stata scoperta ufficialmente la targa.
Il nosocomio sabaudo da decenni accoglie bimbi ammalati proveniente da tutta Italia, ma non solo. Negli ultimi anni sono arrivati piccoli pazienti, accompagnati dalle loro famiglie, provenienti da zone di guerra. "Quaranta bambini oncologici- chiarisce Fagioli - dall'Ucraina, a cui si sono aggiunti negli ultimi mesi quindici bimbi provienenti dalla Striscia di Gaza. È un lavoro complesso perché c'è anche la barriera linguistica, ma abbiamo dei mediatori che ci aiutano con dedizione".
I numeri
Ed i numeri dell'attività del Regina Margherita sono impressionanti. I dipendenti, tra medici ed infermieri, sono novecento. Ogni anno si registrano circa 40 mila passaggi, con 150 nuove diagnosi all'anno di patologie oncologiche infantili.
"Messaggio di pace e solidarietà"
"Oggi - ha detto il governatore Alberto Cirio - il Regina Margherita ha una dedica in più: diventa ospedale dei bimbi del mondo. Il messaggio che vogliamo lanciare è di solidarietà e pace. In questo ospedale si dona vita e amore: qui si curano i bimbi e nessuno gli chiede la loro religione e nazionalità".
"Questi bimbi - ha proseguito il ministro Zangrillo - vengono da teatri di guerra. Quando torneranno a casa potranno raccontare storie di fratellanza, diverse da quelle che hanno vissuto fino ad ora".
Tajani: "Torino capitale solidarietà"
"Torino - ha concluso Tajani - oggi è capitale della solidarietà, perché qui non c'è solo il Regina Margherita: ci sono anche imprese importanti, donne e uomini che fanno parte di associazioni, il personale dell'ospedale ed istituzioni. Tutti insieme abbiamo superato ostacoli e divisioni, in nome di un sentimento positivo verso le persone che soffrono".











