Dopo le denunce pubbliche e le iniziative parlamentari di Radicali Italiani, arriva una svolta nel caso di Nicola, il detenuto del carcere torinese “Lorusso e Cotugno” che da oltre tre anni viveva recluso in una cella dalla quale non usciva, in condizioni psichiatriche definite gravissime. L’uomo è stato trasferito, su disposizione del magistrato di sorveglianza, in una sezione dotata di personale formato, dove ora si trova finalmente in condizioni dignitose.
A renderlo noto è Filippo Blengino, segretario di Radicali Italiani, dopo una visita all’interno dell’istituto penitenziario torinese. "Apprendiamo che Nicola non è più “murato vivo” e che oggi si trova in una situazione più umana - afferma Blengino -, ma riteniamo gravissimo che le autorità siano intervenute solo dopo le nostre denunce pubbliche, le lettere inviate al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e al Ministero, oltre alle interrogazioni parlamentari".
Secondo Radicali Italiani, le segnalazioni interne non sarebbero state sufficienti ad attivare un intervento tempestivo. "Mai - sottolinea Blengino -, si è agito in risposta alle comunicazioni della direzione del carcere. Questo è un fatto che solleva interrogativi pesanti sul funzionamento dello Stato di diritto".





