"Le distanze minime sono un escamotage per mascherare il divieto assoluto e quello che è il vero obiettivo della Regione Piemonte, cioè eliminare la rete di apparecchi sul territorio". È questo il duro j'accuse lanciato questa mattina durante il convegno "Liberi di scegliere, basta proibizionismo" a Torino Incontra da Giovanni Risso, Presidente Federazione Italiana Tabaccai, alla giunta Chiamparino. La normativa regionale, entrata in vigore a fine novembre 2017, stabilisce che le slot e videolottery devono essere spente se collocate entro i 500 metri da luoghi cosiddetti sensibili come scuole, ospedali, impianti sportivi, luoghi di culto, banche, istituti di credito o stazioni ferroviarie.
Secondo Risso queste regole "sono un grande regalo alla criminalità e riporteranno i cittadini al gioco illegale e alle bische, così come sono un vero e proprio colpo di grazia alle nostre attività che senza giochi non stanno più in piedi. Il proibizionismo non è mai la soluzione".
Durante il convegno sono poi stati presentati i dati 2016 sul gioco in Piemonte elaborati dall'Istituto Milton Friedman. Nella nostra regione sono stati spesi circa un miliardo e 200 mila euro: di questi circa 770 mila in slot e videolottery. Cifra che corrisponde ad una spesa annua media di circa 210 euro, pari a 0,57 centesimi al giorno. Numeri leggermente superiori alla media nazionale, dove annualmente vengono investiti nelle macchinette 196 euro, che corrispondono a circa 54 centesimi.