Il mondo economico di fronte a quello della politica. Un confronto non banale, visto che soprattutto negli ultimi mesi lo scontro è stato spesso vivace. Oggi però - in occasione delle Assise 2019 di Confindustria Piemonte - gli interlocutori sono i candidati alle Regionali. Dunque esponenti legati in maniera più forte alla realtà locale.
E da Confindustria Piemonte il messaggio che arriva è piuttosto chiaro: nel documento presentato a Giorgio Bertola, Sergio Chiamparino e Alberto Cirio si richiedono tagli alla burocrazia, investimenti per formazione ed export, ma soprattutto una spinta sulla competitività e sulle infrastrutture. TAV su tutte, ma non solo.
Attualmente, la fotografia scattata alla nostra regione la racconta come ancora importante a livello europeo, ma in evidenza difficoltà. Sedicesima per capacità di generare valore aggiunto (più di intere nazioni come Portogallo, Ungheria e Slovacchia), 23esima per PIL e quarta in Italia, dietro Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Posizioni rilevanti, ma in peggioramento rispetto al passato. "Abbiamo perso competitività negli ultimi dieci anni - dice Fabio Ravanelli, presidente regionale di Confindustria - per effetto della crisi, ma anche per carenze infrastrutturali e logistiche, eccessiva burocrazia, poco supporto agli investimenti, assenza di orientamento scolastico o professionale e capacità di attrarre capitali da fuori". "Alla prossima legislatura regionale chiediamo di colmare questi gap".
E al mondo della politica, ma su un orizzonte più ampio, si rivolge Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria. "Siamo di fronte a un bagno di realismo da parte del governo, in particolare sul 2019. Ora è evidente che lo stesso governo prevede un incremento della crescita dato lo sblocca cantieri e il decreto crescita che potranno influire positivamente sulla competitività del Paese. Bene il bagno di realismo perché un'operazione verità è fondamentale per il futuro".
"Su quota 100 e reddito di cittadinanza è inutile fare polemica - prosegue Boccia -. Abbiamo avuto un primo anno di contratto di governo e siamo stati critici dicendo che occorre un intervento organico di politica economica. Occorre guardare avanti più che rinunciare a cose che sono i fondamentali del contratto di governo e dunque, dal punto di vista realistico, sono improponibili. Il punto è usare quelle risorse che già sono state stanziate per sbloccare i cantieri, non fare ricorso al deficit e non incrementare il debito pubblico e aumentare la competitività delle nostre imprese. Quello che abbiamo definito il mondo dei produttori, cioè imprese e lavoratori".
Tra i presenti in sala anche Mino Giachino, rappresentante di Sì TAV Si Lavoro, che dà una sua lettura alla ricerca di Confindustria. "I dati confermano comunque il declino economico di Torino e del Piemonte. Declino che le amministrazioni in questi anni non hanno voluto vedere o affrontare", commenta Mino Giachino, . "Ma manca un dato che è quello che vede il Piemonte al 152esimo posto tra le regioni europee. Ecco perché serve la TAV. Bisogna chiedere all'Europa che raddoppi i fondi per la Torino-Lione e i corridoi europei".