Cultura e spettacoli - 06 marzo 2020, 09:15

La "lettera all'umanità" di Caruso ritarda l'uscita in sala a causa del Coronavirus

Il film "A riveder le stelle" avrebbe dovuto essere distribuito a partire da ieri, ma molti cinema del Torinese e Cuneese hanno cancellato le programmazioni per l'emergenza sanitaria

La "lettera all'umanità" di Caruso ritarda l'uscita in sala a causa del Coronavirus

Il Coronavirus blocca la distribuzione del nuovo documentario del regista albese Emanuele Caruso, “A riveder le stelle”. Presentato in Film Commission Torino Piemonte già lo scorso settembre al termine delle riprese - sette giorni in Val Grande, totalmente a impatto zero, per un investimento di 71 mila euro - il film, con Giuseppe Cederna e Maya Sansa, sarebbe dovuto uscire il 5 marzo. Ma le nuove restrizioni dovute all’emergenza sanitaria hanno intralciato le programmazioni di tanti cinema piemontesi, facendo slittare i calendari. 

“Al Reposi - ha spiegato Caruso durante l’anteprima stampa di ieri, a Torino - erano previsti cinque spettacoli al giorno, da lunedì a venerdì. È da ottobre che lavoro con le sale cinematografiche per l’uscita del film: solo in prevendita abbiamo venduto 7 mila biglietti, di cui 5 mila agli studenti, con un incasso vicino a 30 mila euro”.

“Il problema ora - ha continuato - è che alcuni cinema hanno deciso comunque di rimanere aperti. Ma tanti altri no. È una situazione mai vista prima, non so davvero come gestirla. I dati sugli incassi delle nuove uscite non sono incoraggianti, in questo periodo, dato che la gente va di meno al cinema. Ma noi volevamo comunque provarci. Gli esercenti sono tuttora molto divisi: di certo la maggior parte delle sale in cui avremmo dovuto essere distribuiti non aprirà, né a Torino né a Cuneo e Alba. La mia casa di produzione, Obiettivo Cinema, fa film perché vengano visti in sala: la vita aziendale si basa esclusivamente su questi guadagni”. 

Al confine con la Svizzera, nel Verbano-Cusio-Ossola, 152 km quadrati di natura incontaminata, di cui 36 percorsi a piedi, senza rete mobile né elettricità, con pochi bivacchi per ristorarsi, erti in mezzo al nulla. Questa la location del film di Caruso, la medesima del precedente, “La terra trema”, che aveva chiuso con un record di incassi (oltre 310 mila euro).

La sfida, lanciata dal regista e subito accolta con entusiasmo dai sei partecipanti, è stata quella di immaginare un mondo dove l’uomo non è riuscito a salvare il proprio pianeta e provare a rispondere, ognuno a suo modo, alla domanda che il nostro futuro ci impone: “Come abbiamo potuto permetterlo?”. 

Girato i primi di agosto utilizzando solo due iPhone e un piccolo drone alimentati a energia sostenibile, “A Riveder le Stelle” è un film documentario sperimentale concepito come una lettera al futuro dell’umanità: un lavoro originale che, attraverso un linguaggio comunicativo fuori dai canoni, punta i riflettori sull’ambiente e sulle conseguenze del cambiamento climatico. Un invito alla riflessione e un tentativo di risposta anche a un “annus horribilis” per il Pianeta Terra qual è stato il 2019, dichiarato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) dell'Onu come il secondo anno più caldo della storia.

“Abbiamo camminato connettendoci con la natura e tra di noi – racconta Giuseppe Cederna, esperto camminatore –: lo abbiamo fatto con una grande umiltà, creando un vero laboratorio di apertura verso il mondo, dove ognuno di noi si è raccontato e si è messo continuamente in gioco. Dell’esperienza vissuta in questo parco, realmente selvaggio, mi resterà per sempre impressa l’accoglienza e la grande generosità dei carabinieri forestali e il rapporto con la natura che ognuno di noi si è impegnato a riscoprire. Nel corso dei sette giorni della passeggiata abbiamo creato dei veri e propri ritratti umani, guardandoci dentro e imparando a convivere con persone sconosciute e diverse da noi”. 

Tra i viandanti, anche l’epidemiologo ed esperto di sana alimentazione Franco Berrino: “Per me il viaggio è a piedi. Meglio se in salita, in montagna, dove la fatica e il ritmo pacificano la mente. Condividere la fatica del camminare rivela e consolida amicizie, come quelle nate in quei giorni con gli altri protagonisti della compagnia”.

E proprio in base all'emergenza sanitaria in corso, Caruso dichiara: “Questo film descrive proprio la fragilità di un mondo che credevamo forte, raccontando come questa società non sia in realtà preparata alle emergenze che ci troveremo ad affrontare”

Ora, per la distribuzione, le ipotesi al vaglio sono tre: “Uscire online mediante una piattaforma che Obiettivo Cinema sta mettendo in piedi. Ma è una scelta che non mi piace, perché credo ancora molto nel contatto con il pubblico in sala. La seconda opzione sarebbe uscire tra aprile e maggio, ma non è un bel periodo per il cinema indipendente, o in autunno. Altrimenti, rimandare l’uscita al 2021, tra un anno esatto”. 

Manuela Marascio

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