Dopo venti giorni di valutazioni economiche, la giunta Appendino decide di realizzare la metro 2 di Torino solo con finanziamenti pubblici e niente soldi privati. La conferma arriva per bocca dell’assessore ai Trasporti Maria Lapietra, che oggi durante la commissione sugli aggiornamenti della futura linea ha illustrato tre scenari per la realizzazione della prima tratta Rebaudengo-Politecnico, spiegando “il project financing l'abbiamo abbandonato: abbiamo visto che i canoni sono troppo alti”. “Rimangono -ha proseguito - due scelte: fare con i fondi statali attuali o futuri, oppure fare un mutuo. In questa fase emergenziale è in corso la definizione di una collaborazione tra Ministero delle Infrastrutture e Cassa Depositi e Prestiti”.
“I due enti – ha aggiunto Lapietra - stanno studiando la creazione di uno strumento finanziario, finalizzato alla realizzazione delle infrastrutture strategiche, con dei tassi agevolati e un periodo di pre-ammortamento molto lungo: questo ci permetterebbe di pagare la prima rata del mutuo quando la linea 2 sarà già in esercizio”.
Secondo il progetto approvato negli scorsi mesi dalla giunta Appendino la futura linea avrà un tracciato di 32 chilometri, con 28 stazioni da Anselmetti a Rebaudengo, con due estensioni fuori città: a sud fino al centro di Orbassano e a nord verso Pescarito.
A CdP il Comune di Torino chiederebbe 600 milioni di euro, che si aggiungerebbero così agli 828 milioni di euro già stanziati dal Governo. Il totale di un miliardo e 400 mila euro servirebbe così a finanziare la realizzazione di un lotto e mezzo, da Rebaudengo al Politecnico. L’obiettivo dell’amministrazione, come annunciato settimane fa e ribadito oggi da Lapietra, è arrivare fin da subito all’ateneo di corso Duca degli Abruzzi perché la domanda – e quindi i possibili incassi dei passeggeri – fino a questa zona sono molto elevati.
Questa ipotesi per finanziare l’opera risponderebbe a quanto richiesto sin da subito dal M5S – e ribadito oggi dalla capogruppo Valentina Sganga e dal presidente della commissione Trasporti Roberto Malanca - , che come condizione essenziale aveva posto che il cantiere della metro 2 partisse da Torino nord e che l’infrastruttura fosse pagata interamente con soldi pubblici. L’ipotesi però di aprire un mutuo da 600 milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti non trova favorevoli i consiglieri pentastellati Damiano Carretto, Daniela Albano e Viviana Ferrero.
“Abbiamo passato anni – spiega Carretto – a criticare Chiamparino e il PD per il debito della città: chiedere 600 milioni di euro a Cassa Deposito e Prestiti equivale ad aumentarlo del 25%. Questo dopo anni passati a tagliare i servizi per pagare gli interessi. La Corte dei Conti autorizzerebbe la Città a fare questo mutuo?”.
Scettico su questa proposta anche il capogruppo comunale del Pd Stefano Lo Russo, che ha evidenziato come per la realizzazione dell’opera sia necessario coinvolgere un privato. “Pensare di poterne fare a meno – ha chiarito l’esponente dem – non è possibile”.