L'Università di Torino premia i suoi professori più "bravi" con una "Festa della Conoscenza". Questa mattina alla Cavallerizza Reale si è svolta la cerimonia di Nomina di 55 Docenti emeriti ed Onorari dal 2019 al 2022. Nomi noti spesso nel panorama nazionale, ma anche internazionale, per il loro contributo al mondo della ricerca, ma non solo. A spiccare dall'elenco oggi c'era Elsa Fornero, ex ministro al Lavoro del governo Monti.
"Tecnici chiamati a risolvere i problemi della politica"
Celebre soprattutto per la riforma delle pensioni che porta il suo nome, che ha spostato in avanti l'età pensionabile ed imposto così a migliaia di italiani anni in più di lavoro. "Io - ha spiegato Fornero, sollecitata sul tema - non sono mai entrata in politica: ho fatto parte di un governo tecnico, in un momento in cui tecnici sono stati chiamati a risolvere dei problemi che la politica aveva creato".
"La nostra professione - ha aggiunto - deve aiutare a fare crescere la civiltà, è un compito che va al di là dell'insegnamento e della ricerca: la partecipazione e il contributo alla vita civile è fondamentale".
"Ho seminato bene"
Fornero oggi, dopo 43 anni di lavoro all'interno dell'Università di Torino, oggi è stata nominata Docente Onorario. "Quando ho ricevuto l'avviso - spiega - l'ho preso con un certo distacco. Spesso però incontro dei miei ex studenti e lì sento un riconoscimento: vuol dire che ho seminato nella mia carriera professionale. Oggi questa cerimonia per me è un'emozione e un grandissimo onore".
"Ho pensato - ha aggiunto - a tutte quelle persone, operai di fabbrica che dopo 40 anni ricevono una testimonianza del loro lavoro. Io ho partecipato e visto quella emozione, che é la mia. Io non amo le cerimonie, ma questa mi fa capire che i semi ci sono".
"In Italia ricerca non sostenuta"
"Una parte importante della nostra attività - ha aggiunto Fornero - è la ricerca, che muove il mondo. Ma nel nostro Paese non è sostenuta a sufficienza".
"In Italia c'è l'idea che la ricerca possa essere fatta senza risorse, ma non è così. Oggi la ricerca richiede grandi risorse, sinergia tra pubblico e privato: io spero che il Pnrr permetta uno slancio anche sul piano della ricerca, che oggi deve essere integrata come minimo a livello europeo e lo sarà sempre più".