Sanità - 05 luglio 2023, 07:21

Torna a farsi sentire l'Assemblea “Riapriamo il Maria Adelaide”: “Come si dilapida il patrimonio pubblico”

Dopo la mozione approvata dalla Circoscrizione 7 per mantenere almeno 1000 metri quadrati a destinazione sociosanitaria, il gruppo richiama le istituzioni alle proprie responsabilità

Striscione appeso fuori dal Maria Adelaide

Non si placa il dibattito intorno al futuro dell'ex Maria Adelaide

Dopo la mozione approvata dalla Circoscrizione 7 di Torino per riservare almeno 1000 metri quadrati a destinazione sociosanitaria e organizzare al più presto un incontro con le istituzioni, anche l'Assemblea “Riapriamo il Maria Adelaide” torna a farsi sentire sull'ex ospedale ortopedico di lungo Dora Firenze 87, chiuso da anni ed in stato di abbandono.

Come si dilapida il patrimonio pubblico”

L'Assemblea, composta da singoli cittadini, professionisti del settore sanitario, realtà associative e gruppi informali, negli ultimi anni è stata particolarmente attiva attraverso l'organizzazione di manifestazioni e presidi. Il gruppo, nello specifico, richiama alle proprie responsabilità la Regione e la Città: “Come si dilapida - affermano – il patrimonio pubblico: tre anni di pandemia non hanno scalfito l'approccio ideologico della politica del governo regionale. Per fare cassa svendono i beni pubblici, regalano occasioni di speculazione immobiliare senza curarsi dei bisogni di salute e di assistenza dei numerosi anziani, famiglie a basso reddito e persone singole ai limiti della povertà che vivono in Aurora e Vanchiglia. Agli abitanti della nostra Circoscrizione servono servizi sanitari e sociali di prossimità”.

Le tappe di un percorso

Gli attivisti, infine, ripercorrono dal proprio punto di vista le tappe di un percorso che, al momento, non ha ancora portato a nulla: “Il Maria Adelaide – concludono – è stato improvvidamente chiuso dalla Giunta Cota al solo scopo di risparmiare sulla sanità e fare cassa: dopo vari tentativi di vendita andati a vuoto, si è deciso di ripiegare su un progetto pubblico-privato per residenze studentesche, con Edisu a fare da foglia di fico alle multinazionali private. Fallito anche quel progetto, e dopo vari tentativi di vendita a prezzi più bassi, la Regione ha trovato una società immobiliare disposta ad acquisirlo per 6 milioni di euro, ma prima di firmare ha pensato bene di chiedere consenso al Demanio per un ribasso così grande rispetto ai 10 milioni della perizia fatta nel 2010”.

Marco Berton

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