Economia e lavoro - 16 gennaio 2024, 08:41

Il Comitato “Salviamo il Goethe” non si arrende: "Dalla chiusura effetti negativi anche per la Germania"

Il presidente Luciano Cravino chiede di fare fronte comune tra politica, associazioni e mondo culturale per scongiurare l'ipotesi: "Difendiamo un preisdio storico"

Il Comitato “Salviamo il Goethe a Torino” non si arrende all'ipotesi chiusura

Il Comitato “Salviamo il Goethe a Torino” non si arrende all'ipotesi chiusura

Gli effetti negativi della chiusura del Goethe-Institut di Torino ricadrebbero non solo sul Piemonte ma anche sulla stessa Germania. E' questo, in sintesi, il pensiero di Luciano Cravino, presidente del Comitato “Salviamo il Goethe a Torino” che si batte con ogni forza per scongiurare l'ipotesi di uno stop definitivo prevista per la fine del mese di gennaio.

"Il Goethe-Institut di Torino costituisce un presidio storico, prima sede in Italia, aperta nel 1954, dell’Istituzione culturale tedesca, e da allora svolge un ruolo chiave nella promozione delle relazioni culturali, formative ed economiche tra l’Italia e la Germania, con benefici evidenti per la città e la regione", viene sottolineato dal Comitato.

E vengono elencate tre ragioni decisive per tenere aperto il Goethe a Torino.

RAGIONI CULTURALI

         Collaborazioni consolidate: Il Goethe-Institut ha instaurato collaborazioni solide con istituti culturali di rilievo, come il Polo del Novecento, Aiace, le Biblioteche civiche torinesi, il Salone Internazionale del Libro e la Buchmesse di Francoforte. Queste connessioni hanno contribuito significativamente alla diversificazione e all’arricchimento del panorama culturale torinese e piemontese, al centro del quale non va dimenticata la presenza del Museo Egizio (il secondo per importanza nel mondo, dopo quello del Cairo).
         Mondo della Formazione: Il Goethe-Institut mantiene rapporti di collaborazione costante con 237 scuole, con Università e Politecnico di Torino, come evidenziato dal progetto Prisma (Politecnico di Torino/Goethe/Bosch). Con oltre 1200 certificazioni tedesche all’anno (livelli da A1 a B2) e l’addestramento degli insegnanti secondo il Piano di Azione italo-tedesco per la cooperazione strategica bilaterale e nell’Unione Europea (sottoscritto nello scorso novembre), il Goethe-Institut svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la competenza linguistica e la cooperazione educativa.

RAGIONI ECONOMICHE

Il Goethe-Institut è un attore centrale nel Piano d’azione italo-tedesco (Piano di Azione italo-tedesco per la cooperazione strategica bilaterale e nell’Unione Europea, sottoscritto il 22 novembre 2023), inteso a favorire una cooperazione strategica bilaterale in settori cruciali come la ricerca aerospaziale, l’alta tecnologia e il settore digitale.La Germania rappresenta, infatti, il primo partner commerciale del Piemonte, con un volume di esportazioni di oltre 8 miliardi di euro nel 2022. La stretta collaborazione con le industrie locali, tra cui Replay, Comau, Siemens, Tubiflex, Bosch, Ferrero, Lavazza, Vergnano etc., ha contribuito fortemente al successo economico della regione, a cui contribuisce l’intero settore agroalimentare ed enogastronomico.L’Ufficio Studi di Confartigianato, analizzando i dati ISTAT, ha registrato un aumento del 25,1% dell’export delle imprese del Piemonte verso la Germania, osservando i flussi del primo trimestre 2022 con il pari periodo del 2023. Negli ultimi 12 mesi, a marzo 2023, la nostra regione ha piazzato in Germania 8.578 milioni di euro di controvalore.

L’analisi provinciale dice anche come a Torino siano stati spediti verso la Germania 4.207 milioni di euro di beni con un + 46,7%% (1 trimestre 2022 sullo stesso periodo del 2023); da Cuneo siano partiti 1.350 milioni di euro di prodotti con un +27,5%; Novara abbia esportato per 983 milioni di euro con un calo dell’10,2%; da Alessandria siano partiti 879 milioni di euro di prodotti, registrando un +7,5%%; da Vercelli sono partiti 404 milioni di euro di controvalore con un trend positivo di +15,7%, da Asti siano partiti 363 milioni di prodotti registrando +14,8%, da Biella 221 (+9,6%) infine dal Verbano siano partiti 170 milioni di prodotti (+3,5%).

Il rapporto commerciale tra la Germania e Italia, e quindi anche con la nostra regione, è da sempre molto attivo – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – per la qualità dei prodotti Made in Italy venduti a Berlino. Dall’agroalimentare alla moda, dai prodotti petroliferi ai macchinari e impianti solo per fare qualche esempio, per il Piemonte lo scambio commerciale tedesco vale molti milioni di euro”.

RAGIONI STORICHE

Il Goethe-Institut di Torino, che fu la prima sede in Italia, è parte integrante della rete Goethe-Institut in Europa e ha svolto un ruolo di rilievo nel secondo dopoguerra, come progetto europeo da sostenere e non da indebolire.Il Goethe-Institut di Torino fu inaugurato nel 1954, primo aperto nell’Europa della C.E.C.A. (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), forma embrionale dell’odierna Unione Europea, e secondo a livello mondiale. Il “Goethe-Institut Turin” fu frequentato anche da figure illustri come Primo Levi.La sua chiusura, oltre ad impedire la prosecuzione della frequenza ai corsi di 1000 studenti, rappresenterebbe la soppressione ingiustificata di un consolidato centro di formazione, con la grave perdita di un patrimonio storico e di un simbolo di riconciliazione e di apertura a un futuro di pace, comprensione e cooperazione tra i popoli, al centro di un territorio pesantemente segnato dalle atrocità della guerra.

"Una scelta sbagliata e controproducente, la chiusura del Goethe-Institut a Torino!
Nonostante le voci riguardo alla sua chiusura, è fondamentale sottolineare la mancanza di ragioni economiche valide che possano giustificare tale decisione. I corsi del Goethe-Institut infatti si autofinanziano, garantendo non solo la copertura dei costi del personale docente ma anche lo stipendio del personale amministrativo. Per le altre attività, il finanziamento statale è allineato con gli standard di istituti culturali all’estero", sottolinea ancora il Comitato.

L'appello al mondo della politica

"Se non è il costo dei lavoratori a gravare sul bilancio del Governo di Berlino, resta soltanto una motivazione politica a spiegare una decisione così contraddittoria e penalizzante per il nostro territorio. Decisione che produrrebbe un vulnus sia per gli interessi di Torino e del Piemonte sia per quelli dei nostri stessi partner tedeschi, muovendosi in aperto conflitto con gli accordi regionali e statali di cooperazione bilaterale e sviluppo sottoscritti anche di recente tra Italia e Germania".

Quindi il comitato conclude con un appello alle Amministrazioni Locali, "dal Comune di Torino alla Regione Piemonte, si mettano in campo tutte le iniziative possibili, volte a contrastare un ulteriore impoverimento e conseguente indebolimento del nostro territorio, facendo valere tutto il peso del loro consenso presso la società civile e nel mondo culturale e imprenditoriale. Il Goethe-Institut di Torino, parte integrante del tessuto culturale e educativo della Regione Piemonte e del suo Capoluogo, contribuisce come risorsa irrinunciabile alla crescita e al benessere della nostra comunità. La sua chiusura comporterebbe una perdita irreparabile di opportunità culturali, formative ed economiche, a tutto detrimento delle prospettive di sviluppo strategico dell’intero territorio e della sua internazionalizzazione".

redazione

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