Una proposta forse decisiva per risolvere la questione della annunciata chiusura della sede del Goethe-Institut di Torino viene dal «Comitato Salviamo il Goethe a Torino», nato su impulso di Luciano Cravino, ex allievo del Centro di Cultura tedesco, e affiancato dalle 19 mila firme che hanno già sottoscritto la Petizione “Teniamo aperto il Goethe-Institut di Torino”.
Raccolte 19 mila firme
La proposta è contenuta in una lettera inviata alle due autorità tedesche responsabili dell’eventuale gravissimo danno che verrebbe inflitto alla Città, al suo territorio e alla Regione Piemonte, dalla cancellazione di un Centro di Cultura che da 70 anni tesse i legami culturali ed economici tra il Piemonte e la Repubblica Federale tedesca.
La lettera contiene la proposta di “intitolare a Primo Levi la sede di Torino del Goethe-Institut”, in occasione della prossima Giornata della Memoria del 27 gennaio 2024, per salvaguardarla e valorizzarla come storico Luogo della Memoria.
Il testo integrale della missiva
Il testo indirizzato alle due autorità di Monaco e di Berlino recita: "[…] Il Goethe-Institut, in questi 70 anni, non si è occupato soltanto di diffondere con i suoi corsi la conoscenza del tedesco, ma è stato ambasciatore di cultura, promotore di interscambio esperienziale tra identità diverse sul piano civile e intellettuale, ponte tra diverse sensibilità nel comune contesto europeo, lievito e cemento di stabili relazioni industriali, commerciali, umane.
Per ognuna di queste ragioni, e per essere stato scelto, frequentato e onorato da Primo Levi, nell’imminenza della Giornata della Memoria 2024, ritengo a buon diritto di proporre ai Responsabili della Direzione Centrale del Goethe-Institut e al Ministero degli Esteri del Governo della Repubblica Federale di Germania, non solo di abbandonare l’ipotesi di una sua deleteria e infausta chiusura, ma di dedicare ufficialmente la storica sede di Torino del Goethe-Institut a Primo Levi, sopravvissuto alla Shoah, suo testimone e interprete, che seppe, nonostante la tragedia vissuta e il male ricevuto, farsi cultore della lingua tedesca, riconoscendo così alla sede istituita nella prima capitale dell’Italia Unita il ruolo di luogo della memoria, da salvaguardare e valorizzare".
Il perché di intitolare la sede a Primo Levi
La lettera prosegue sottolineando come "questo atto gioverebbe alla Repubblica Federale enormemente più, sul piano dell’immagine e delle relazioni culturali, del misero vantaggio contabile, che le verrebbe garantito dalla cancellazione di un tassello tanto significativo. Di un elemento, frutto della faticosa opera di ricostruzione della propria identità democratica da parte di un Paese tra i più importanti, se non il più importante, della nostra Unione Europea.
Ringraziando per l’attenzione, ci permettiamo d’inviarVi un esemplare dell’edizione delle opere complete di Primo Levi, pubblicata da Einaudi, una delle più autorevoli case editrici italiane", conclude la sua missiva Luciano Cravino.
La lettera è stata indirizzata dal Comitato torinese alla Direzione Centrale del Goethe-Institut e al Ministero degli Esteri della Repubblica Federale di Germania.
"Fare di tutto per impedire la chiusura"
La proposta è stata decisa nella prima riunione del Comitato succedutasi alla sua costituzione, avvenuta il 27 dicembre ed è stata rivolta alle autorità tedesche competenti, per mezzo di una missiva, allegata a un dono simbolico – l’opera letteraria di un grande Torinese nella sua pregiata edizione, pubblicata da un grande Editore torinese: spediti tramite un corriere espresso, due esemplari del cofanetto delle opere complete di Primo Levi, edite da Einaudi, sono state indirizzate rispettivamente il 3 e il 4 di gennaio 2024, al consiglio di amministrazione della Direzione del Goethe di Monaco, nella persona della Presidente, Professoressa Carola Lentz, e al Ministero degli Esteri tedesco, nella persona della Ministra, Signora Annalena Baerbock.
L’auspicio del Comitato è che attorno a questa proposta si formi uno schieramento compatto e rappresentativo di tutte le Istituzioni torinesi e piemontesi e di tutti i Soggetti pubblici e privati, voci del territorio, a sostegno di una decisione che onorerebbe l’Istituzione tedesca e allo stesso tempo Torino e la Regione Piemonte.